Con Sonata K448 in re maggiore per due pianoforti meno 21% frequenza crisi
Roma, 24 lug. - Il team di specialisti neurologi del Centro di ricerca InVita dell'Istituto Serafico di Assisi ha presentato alla conferenza internazionale di Malta "Psychiatry and the Arts: The nature of the Human Person and the role of Aesthetics in Maintaining Mental Health" la seconda fase di indagine sui benefici della musica nei soggetti con disabilita' intellettiva grave affetti da epilessia farmacoresistente. Il nuovo Centro di Ricerca InVita dell'Istituto Serafico di Assisi, coordinato dal direttore sanitario Sandro Elisei, ha presentato i risultati preliminari della seconda fase di indagine relativi allo studio sugli effetti della musica nella epilessia farmacoresistente in soggetti con disabilita' intellettiva grave.
Si tratta di un'indagine che ha utilizzato l'Elettroencefalogramma allo scopo di individuare eventuali fattori predittivi sull'efficacia terapeutica dell'ascolto musicale. Il team spiega l'approccio allo studio cominciando dalle origini dell'uomo: "La storia ci insegna che fin dalle origini dell'umanita' la musica ha rivestito un ruolo molto importante e gia' nella preistoria l'uomo si serviva dei suoni per comunicare con i propri simili e con la natura. Anche gli antichi Greci utilizzavano il suono nella prevenzione e nella cura di malattie fisiche e mentali. Per esempio Platone, ne La Repubblica, affermava che alcune melodie fossero in grado di stimolare differenti stati d'animo: alcune erano ritenute rilassanti, mentre altre erano adatte a suscitare il lamento.
Secondo Aristotele, invece, la musica assolveva una funzione catartica, permettendo cosi' all'animo di purificarsi dagli istinti e dai sentimenti negativi. Ma e' negli ultimi 20 anni che la ricerca in riabilitazione ha raggiunto i risultati piu' rilevanti: l'utilizzo della musica in diversi disturbi del sistema nervoso e nell'autismo ha dato il via, infatti, all'uso della musicoterapia nelle patologie neurologiche (Neurologic Music Therapy), le cui applicazioni in campo clinico e terapeutico hanno consentito di sopperire in parte alla mancata efficacia dei trattamenti farmacologici in pazienti affetti da epilessia farmacoresistente. In relazione a questa patologia, i risultati piu' significativi sono stati ottenuti ascoltando la musica di Mozart. Si parla infatti di 'Effetto Mozart'- proseguono gli esperti del Serafico- intendendo un cambiamento dell'attivita' neurofisiologica ed un incremento delle performance cognitive associate all'ascolto della musica del celebre compositore e una prima segnalazione degli effetti positivi sui pazienti epilettici risale al 1998".
Le caratteristiche peculiari che renderebbero la musica mozartiana capace di esercitare tali influenze sul cervello sarebbero quelle di una "periodicita' a lungo termine (20-60 secondi) e della costante ripetizione di sequenze variate. Che la musica abbia un impatto potente sul sistema nervoso e' noto ormai da tempo e si e' aggiudicata un ruolo indiscusso nella terapia delle patologie neuropsichiatriche. Come ha dimostrato, infatti, lo studio osservazionale sull'efficacia della musicoterapia nel trattamento dell'epilessia farmacoresistente in soggetti con disabilita' intellettiva grave, che abbiamo presentato lo scorso anno alla '6th Cambridge International Conference on Mental Health 2017', l'ascolto della sonata K448 in re maggiore per due pianoforti di Mozart ridurrebbe di circa il 21% la frequenza delle crisi epilettiche e, nel 10% dei casi, si e' assistito alla loro scomparsa": cosi' dichiara Sandro Elisei, direttore sanitario dell'Istituto Serafico di Assisi e coordinatore del Centro di ricerca InVita.
Nonostante vengano continuamente introdotti nella pratica clinica nuovi farmaci antiepilettici (Aed), la terapia farmacologica risulta ancora inefficace per un gran numero di soggetti (epilessia farmacoresistente), con percentuali che vanno dal 6 al 69%.
Recenti studi hanno inoltre dimostrato che l'epilessia, in particolare quella farmacoresistente, si manifesta con una frequenza piu' elevata nei soggetti con disabilita' intellettiva. "L'epilessia e' una malattia neurologica caratterizzata dall'insorgenza di manifestazioni cliniche anomale (le cosiddette crisi). Quando i neuroni, per qualche ragione, diventano 'iperattivi', scaricano impulsi elettrici in modo eccessivo e cio' puo' provocare una crisi epilettica che rappresenta una modalita' di risposta anomala in senso eccitatorio di alcune aree cerebrali o di tutto il cervello, per una disfunzione su base sconosciuta o per lesioni di diverso tipo. E' una malattia che puo' essere curata nella maggior parte dei casi con farmaci specifici; esistono tuttavia forme particolari che non rispondono alla classica terapia farmacologica". L'epilessia e' una malattia molto diffusa, colpisce 6 milioni di persone in Europa e circa 65 milioni nel mondo, tanto che e' stata riconosciuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanita' come malattia 'sociale' . In Italia ne sono affette circa 500mila persone, con piu' di 30.000 nuovi casi accertati ogni anno, il cui picco si registra nell'infanzia. I sintomi piu' conosciuti di questa patologia sono le cosiddette crisi epilettiche, che dipendono da un'alterazione della funzionalita' dei neuroni.
"Lo studio che stiamo portando avanti nel Centro di ricerca InVita- spiega Elisei- ha l'obiettivo di individuare eventuali fattori predittivi sull'efficacia terapeutica dell'ascolto musicale in pazienti affetti da epilessia farmacoresistente e disabilita' intellettiva di grado grave/profondo. Attraverso l'analisi dell'elettroencefalogramma (Eeg) che e' stata condotta confrontando lo spettro medio in frequenza prima, durante e dopo l'ascolto della musica di Mozart, abbiamo cercato di capire se fosse possibile prevedere chi, dei pazienti presi in esame come campione di riferimento, rispondesse meglio, peggio o non rispondesse affatto alla terapia. Sebbene nessuno dei soggetti esaminati abbia mostrato un peggioramento della condizione clinica, un'efficacia significativa (riduzione superiore al 50%) si e' verificata soltanto nella meta' del campione. L'altra meta', composta dai soggetti non responders, come condizione di base appare caratterizzata, dal punto di vista clinico, dalla maggiore gravita' e piu' alta frequenza delle crisi epilettiche".
Per i ricercatori del Serafico l'Eeg sembra un utile indice predittivo dell'efficacia del trattamento: dopo l'ascolto musicale solo nei soggetti responders, infatti, si e' potuta osservare la tendenza a ripristinare il ritmo alfa in sostituzione dei ritmi lenti associati alla patologia. L'indagine suggerisce che i soggetti sensibili all'effetto Mozart possano essere identificati utilizzando l'esame Eeg; in prospettiva e' previsto anche l'utilizzo della risonanza magnetica. "L'ascolto della musica si conferma un'opzione terapeutica di cui chi soffre di epilessia farmacoresistente puo' usufruire, perche' e' un potente agente di neuroplasticita' capace di modificare le connessioni tra reti neuronali e ripristinare la corretta funzionalita'", conclude il professor Elisei.
Lo studio e' stato realizzato dal team di specialisti del Centro di ricerca InVita del Serafico, composto da Chiara Bedetti, Patrizia D'Alessandro, Massimo Piccirilli, Moreno Marchiafava, Antonella Baglioni, Domenico Frondizi e coordinato dal direttore sanitario Sandro Elisei. Il team di "InVita" e' composto da diversi professionisti che si occupano di differenti specialita', ma che sono accomunati da un unico obiettivo: migliorare le capacita' diagnostiche, i percorsi riabilitativi, le prestazioni, ma soprattutto individuare strumenti che possano condurre la persona con disabilita' a raggiungere il miglior livello di vita possibile non solo sul piano fisico, ma anche emozionale e relazionale.
(Wel/ Dire)