Direttore Fondazione Migrantes: Vittime di pregiudizi e poverta'
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 16 gen. - "Quando Papa Francesco parla dei migranti e delle loro sofferenze pensa anche a quelle patite dagli italiani all'estero, come i giovani che in Australia accettano di fare i braccianti agricoli per ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno, oppure i suicidi nel Regno Unito, in media uno al mese secondo i nostri referenti nel Paese. Che mi hanno raccontato di conoscere tanti connazionali costretti anche a vivere in baracche". Lo dice don Giovanni De Robertis, direttore generale della Fondazione Migrantes, alla conferenza stampa sulle attivita' della Chiesa italiana in occasione della Giornata mondiale del migrante e rifugiato.
Nel suo intervento il direttore di Migrantes evidenzia i dati del rapporto della Fondazione - e che fanno riferimento all'Aire, l'Albo ufficiale dei residenti all'estero - relativi agli italiani emigrati, aumentati del 15% nel 2016 rispetto all'anno precedente. La maggioranza sceglie appunto la Gran Bretagna. Gli emigrati partono principalmente dalla Lombardia, seguita da Veneto, Sicilia, Lazio e Piemonte. Queste persone, avverte il religioso, "patiscono le stesse condizioni di difficolta' dei nostri immigrati: sfruttamento, lavoro nero, o l'accusa 'di rubare il lavoro' e portare la criminalita'".
De Robertis tiene a confutare il pregiudizio circa "l'invasione di migranti" nel nostro Paese: "Gli stranieri in Italia ormai da vari anni risultano in numero stabile, cinque milioni, tanti quanti gli italiani all'estero. Non solo, molti stranieri - sia appena sbarcati sulle nostre coste, sia quelli che hanno acquisito la cittadinanza - scelgono di lasciare l'Italia per mancanza di opportunita'. Tra il 2012 e il 2016 in ben 474mila hanno ottenuto la cittadinanza, ma nel 2015 in 7mila hanno deciso di andarsene".
Infine, qualche numero sul fenomeno a livello globale: un miliardo di migranti nel mondo, 700mila frutto di spostamenti interni e 68 milioni i richiedenti asilo e rifugiati.
Quest'ultimo "e' il piu' importante ed allarmante" sottolinea De Robertis. "Mai nella storia, neanche dopo la Seconda guerra mondiale, avevamo assistito a cosi' tante persone in fuga da conflitti, pericoli, effetti dei cambiamenti climatici. È questo che spinge Papa Francesco a parlare di Terza guerra mondiale a pezzi e a spendere tante parole per loro".
(Wel/ Dire)