Istat-Eurostat: In Italia 2,8 milioni di depressi
Piu' colpiti gli anziani, le donne, i meno colti e i piu' poveri
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 6 feb. - In Italia ci sono poco piu' di 2,8 milioni di depressi. Tra depressione maggiore (1,3 milioni) e disturbi depressivi in genere (1,5 milioni), escludendo dal conto i tentativi suicidari. L'analisi fa parte del rapporto sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e nell'Unione europea curato dall'Istat in collaborazione con Eurostat, che ha preso in considerazione con 8 quesiti la presenza di disturbi depressivi nelle due settimane precedenti l'intervista.
La presenza di disturbi depressivi e' valutata attraverso uno strumento psicometrico (PHQ - Patient of Health Questionnaire) idoneo a misurare la presenza e il livello di gravita' dei disturbi depressivi: "disturbi della depressione maggiore" e "altri disturbi depressivi" secondo i criteri del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM- Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders).Per identificare i disturbi depressivi maggiori il metodo utilizza una serie di parametri di riferimento: a) poco interesse o piacere nel fare le cose: un interesse o piacere diminuito in tutto, o quasi tutto, nelle attivita' di quasi tutto il giorno, quasi tutti i giorni; b) sentirsi giu', depresso o disperato: umore depresso per gran parte della giornata, quasi ogni giorno, come indicato dal rapporto soggettivo (ad esempio si sente triste o vuoto) o osservazioni fatte da altri (ad esempio appare in lacrime); c) difficolta' a prendere sonno o rimanere addormentati o dormire troppo: disturbi del sonno o eccessivi sonnolenza quasi ogni giorno; d) sensazione di stanchezza o poca energia: affaticamento o perdita di energia quasi ogni giorno; e) scarso appetito o eccesso di cibo: diminuzione o aumento dell'appetito quasi ogni giorno; f) sentirsi male con se stesso: sentimenti di inutilita' o senso di colpa eccessivo o inappropriato (che puo' essere delirante) quasi ogni giorno (non solo auto-rimprovero o senso di colpa per essere malato); g) difficolta' a concentrarsi su cose come leggere il giornale o guardare la televisione: diminuita capacita' di pensare o concentrarsi, o indecisione, quasi ogni giorno; h) muoversi o parlare cosi' lentamente che altre persone potrebbero notare. Oppure il contrario: essere irrequieti: agitazione psicomotoria o ritardo quasi ogni giorno (osservabile anche da altri).
Il disturbo depressivo maggiore e' un disturbo dell'umore: chi presenta i sintomi della depressione maggiore prova frequenti e intensi stati di insoddisfazione e tristezza e tende a non provare piacere nelle comuni attivita' quotidiane. Le persone che soffrono di disturbo depressivo maggiore vivono in una condizione di frequente umore negativo, con pensieri negativi e pessimisti circa se stessi e il proprio futuro.
I dati epidemiologici evidenziano che il disturbo depressivo maggiore e' il disturbo psicologico piu' diffuso nel mondo. Uno studio Oms prevede che, entro il 2020 la depressione maggiore sara' causa del secondo carico piu' grande sulla salute nel mondo tra tutti i disturbi.
Ma la depressione puo' manifestarsi con diversi livelli di gravita': alcune persone presentano sintomi depressivi lievi e transitori (altri disturbi depressivi), mentre altre presentano forme di depressione piu' gravi e hanno una estrema difficolta' e disagio nel compiere le attivita' quotidiane per periodi piu' lunghi di tempo (depressione maggiore, appunto).
Tornando all'analisi Istat-Eurostat, gli italiani non sono i piu' depressi dell'Ue. La media nell'Ue-28 infatti e' del 2,9% di disturbi depressivi maggiori e 6,7% di almeno un disturbo depressivo, mentre l'Italia presenta rispettivamente per queste voci risultati dell'1,8 e 4,3 per cento.
Ai due estremi della classifica europea ci sono per la depressione maggiore il Lussemburgo col 4,4% e la Repubblica Ceca con l'1,1% e per 'almeno un disturbo depressivo' l'Ungheria con il 10,3% e ancora la Repubblica Ceca con il 3,2 per cento.
Analizzando il dato italiano (ma lo stesso accade a livello europeo) l'eta' e' determinante. Al punto, ad esempio, che chi ha almeno un disturbo depressivo tra 15 e 34 anni e' solo l'1,9% di persone, tra 65 e 74 il 6,5%, ma il dato si impenna al 13,1% negli over 65 e a 19,5% negli over 75.
E parlando di depressione maggiore, anche negli over 65 non si va oltre il 6,5%, mentre oltre i 75 anni si raggiunge il 10,2% dei casi.
Le donne sono piu' depresse degli uomini: gli stessi dati infatti mostrano almeno un disturbo depressivo ad esempio nel 23% delle over 75 contro il 14,2% degli uomini sopra i 75 anni e nella depressione maggiore la differenza e' ancora piu' marcata: 12,3% le donne sopra i 75 anni e solo 0,7% i maschi della stessa fascia di eta'.
A livello regionale i piu' depressi da 15 anni in su nel complesso sono in Umbria (9,5%) e anche da 65 anni in su (22,3%), seguita nella fascia over 15 dalla Sardegna (7,5%), mentre sul versante opposto c'e' Bolzano (2,6%) e la Lombardia (4,3%). Anche nella fascia da 65 anni in su al secondo posto c'e' la Sardegna (19%), ma va meglio in generale in Trentino Alto Adige (7,4%) e in Piemonte (9,9%).
Per quanto riguarda in particolare la depressione maggiore, ancora una volta sopra i 15 anni e' in testa l'Umbria (4%), mentre sopra i 65 anni prima e' la Puglia (10,5%).
Il livello di istruzione nel caso della depressione incide non poco. Infatti pressoche' in tutte le eta' i valori del livello piu' alto vanno dal 2,8% per la depressione maggiore al 3,2% per altri disturbi depressivi nell'analisi Istat, mentre il livello piu' basso di istruzione presenta valori rispettivamente del 4,4% e del 9,2 per cento. Addirittura poi negli over 65 al livello alto di istruzione i dati sono trascurabili nel dettaglio e nel complesso si raggiunge il 4,6% contro il 15,1% del livello piu' basso, piu' del triplo.
E anche il reddito determina differenze. Sopra i 15 anni i piu' poveri (primo e secondo quintile) hanno almeno un disturbo depressivo nel 6,8 e 6,9% dei casi, mentre si fermano al 3,8% al quinto quintile (il piu' ricco). Sopra i 65 anni la differenza in genere e' ancora piu' evidente: 16,2% al primo quintile che dichiarano almeno un disturbo depressivo (7,7% depressione maggiore), 8,9% al quinto quintile (4,4% depressione maggiore). Come dire, i soldi non faranno la felicita', ma probabilmente aiutano ad avere un po' meno problemi e a vedere meno nera la vita. (Fonte Quotidiano Sanita') (Wel/ Dire)
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