Fascia eta' piu' rappresentata va dai 30 ai 34 anni. L'85% e' donna
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 17 ott. - Al 31 dicembre 2016, la comunita' degli psicologi della Campania risulta essere composta da un totale di 6.367 unita', di cui 6.349 iscritti all'Albo A (laurea magistrale o vecchio ordinamento), cioe' pari ad uno ogni 921 abitanti (la popolazione residente in Campania risulta essere pari a 5.850.850 unita').
Questi alcuni dati emersi dalla ricerca 'Psicologi campania al lavoro!', presentata nell'ambito delle iniziative organizzate dall'Ordine degli psicologi della Campania per la seconda Giornata nazionale della psicologia inserita nella Giornata della salute mentale. Lo studio, primo di questo tipo tra gli ordini campani, e' stato commissionato dallo stesso Ordine e curato da Caterina Arcidiacono, docente di Psicologia sociale all'universita' Federico II, e da Teresa Tuozzi, docente di Teorie e modelli della psicologia di comunita' all'ateneo napoletano. Per l'indagine sono risultati validi 1.125 tra questionari e interviste sui 6.349 iscritti al 31 dicembre 2016, una quota del 20% che da' attendibilita' ai dati raccolti. Sono stati utilizzati diversi canali comunicativi, sia quelli istituzionali (mailing list, area privata del sito, pagina Facebook) che modalita' innovative di somministrazione (intervista Skype, questionario tramite piattaforma SurveyMonkey).
Per quanto riguarda l'andamento delle iscrizioni all'Ordine regionale, dopo i primi anni che hanno portato alla costituzione dell'albo, si ha una costante crescita fino al 2008 (con una media di 38 iscritti in piu' per anno), un calo fino al 2011 (con una media di circa 87 iscritti in meno all'anno) e una ripresa seppur altalenante dal 2012 al 2016 (in crescita dal 2012 al 2013, in leggera flessione dal 2014 al 2015, in ripresa nel 2016).
Dalla distribuzione degli iscritti per eta' possiamo constatare come gli psicologi campani abbiano dai 25 ai 95 anni e come la fascia d'eta' piu' rappresentata sia quella tra i 30 e i 34 anni (28%). Per quanto riguarda la distribuzione di genere, anche in Campania la professione si presenta con una forte connotazione femminile (85% di donne).
89% PSICOLOGI ISCRITTI A ORDINE CAMPANIA È LIBERO PROFESSIONISTA- La maggior parte di coloro che hanno partecipato all'indagine (62%) ha attualmente un lavoro retribuito, il 17% e' in formazione e il 17% svolge attivita' di volontariato; considerando la copresenza delle diverse risposte si evidenzia la sovrapposizione di formazione e lavoro e volontariato. Cio' anche in considerazione dal fatto che l'11% non lavora, non studia e non si occupa di volontariato. C'e' poi un 20% in cerca di prima occupazione ed un 1% che e' in pensione. Per la maggior parte degli psicologi il tempo di inserimento nel mercato occupazionale si stima in meno di 6 mesi (28%) per trovare un lavoro qualsiasi e di piu' due anni (29%) come psicologo. Prendendo come riferimento esclusivamente chi lavora, il 48% e' occupato solo come psicologo, il 32% ha dichiarato di lavorare sia come psicologo sia come non psicologo, il 20% solo come non psicologo. Lo studio ha permesso di evidenziare che le attivita' lavorative vengono svolte prevalentemente presso studi professionali in proprio o associati (62%) ed aziende pubbliche (42%); il privato rappresenta il 40% delle sedi di lavoro mentre il non profit lo e' per il 39%. Gli ambiti di attivita' maggioritari sono quello della salute (89%), della scuola (35%) e dei servizi sociali (26%).
Per quanto riguarda i contratti, la maggior parte dei lavori svolti rientrano nella categoria del regime di libero professionista/lavoro autonomo (89%), di dipendente a tempo indeterminato (31%), di collaborazione (26%) e di dipendente atipico (20%). Da notare che c'e' un 10% che dichiara di lavorare senza avere un contratto.
In merito alla retribuzione mensile netta, i dati indicano che gli psicologi guadagnano in larga parte tra i 500 e i 1.000 euro (35%) e tra i 1.000 e i 2.000 euro (31%) al mese. Considerando che l'Istat stima la soglia di poverta' in un reddito netto tra i 500 e i 600 euro pro capite, appare evidente il rischio che parte degli psicologi campani ricada al di sotto di tale soglia.
È stato poi chiesto di indicare la propria soddisfazione lavorativa utilizzando una scala Likert a 5 punti, dal valore 1 (per nulla soddisfatto) al valore 5 (del tutto soddisfatto).
Circa il 68% esprime segni di soddisfazione e solo l'8% dei rispondenti si dichiara del tutto insoddisfatto della propria situazione lavorativa. Gli psicoterapeuti hanno una retribuzione maggiore rispetto ai non psicoterapeuti: il 38% di essi percepisce tra i 1.000 e i 2.000 euro. In entrambi i casi il reddito cresce con il progredire dell'eta'. Dalla ricerca emergono differenze significative di genere per quanto riguarda la soddisfazione lavorativa: i maschi sono piu' soddisfatti delle femmine e in media guadagnano piu' (1.000-2.000 euro vs 500-1.000).
La condizione di volontario e l'attivita' di formazione caratterizzano in particolare gli under 29, che iniziano a lavorare nel 24% tra 1 e 2 anni dalla laurea e nel 42% non ha mai lavorato da psicologo. Il lavoro comincia a essere retribuito in maniera diffusa solo dopo i 40 anni. Il lavoro prettamente psicologico risulta quasi una chimera fino all'eta' matura; gli over 60 svolgono nell'81% dei casi attivita' psicologica retribuita, mentre cio' accade solo nel 28% degli under 29. È significativo come nelle fasce intermedie la percentuale si attesti tra il 47% e il 64%, ma non raggiunga in alcun modo quella dei 'golden old'. È emblematico anche come il 39% degli under 29 lavori solo come non psicologo.
Il mondo delle cooperative (21%) e del non profit (9%) e' abitato prevalentemente dai piu' giovani (<29anni); l'attivita' in azienda pubblica e' propria delle fasce piu' mature (dai 50 anni in su); l'azienda privata offre maggiori possibilita' di collocazione agli under 29 e alla fascia d'eta' 40-44 anni; lo studio professionale in proprio caratterizza in forma analoga le diverse fasce d'eta' esaminate.
La tipologia dei contratti di lavoro cambia significativamente in relazione all'eta'. A prescindere dallo status di libero professionista che, sembra essere una costante per tutte le fasce d'eta', l'attivita' a tempo determinato e' presente tra i piu' giovani: gli under 29 dichiarano infatti di avere contratti da dipendente a tempo determinato (16%) e di collaborazione occasionale (16%) in percentuali maggiori rispetto ai colleghi piu' anziani. Questi ultimi, in particolare la fascia di eta' compresa tra i 50 e i 54 anni, dichiarano di avere un contratto di dipendente a tempo indeterminato per il 44%.
Per l'indagine sono risultati validi 1.125 tra questionari e interviste sui 6.349 iscritti al 31 dicembre 2016, una quota del 20% che da' attendibilita' ai dati raccolti. Sono stati utilizzati diversi canali comunicativi, sia quelli istituzionali (mailing list, area privata del sito, pagina Facebook) che modalita' innovative di somministrazione (intervista Skype, questionario tramite piattaforma SurveyMonkey).
(Wel/ Dire)