(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 10 ott. - "A ognuno di noi puo' capitare di vivere un momento di difficolta', di ansia o di solitudine legato ad avvenimenti della vita, come la morte di una persona cara o una malattia. Momenti che richiedono l'aiuto di qualcuno. Faccio outing : ho ricevuto anche io un sostegno attraverso la terapia Gestalt che mi ha aiutata a vedere il mondo in un altro modo". Lo racconta Emilia Grazia De Biasi, presidente della commissione Salute del Senato, in occasione della presentazione della Giornata nazionale della Psicologia sul tema delle 'Periferie esistenziali'.
Nei momenti di difficolta' "vediamo il muro presente nelle relazioni e il muro che e' dentro di noi. Invertire questo punto di vista e' possibile grazie alla grande capacita' degli psicologi. La professione deve entrare nel sistema- continua De Biasi- c'e' un disegno di legge di riforma degli Ordini professionali, che finalmente sta per essere votato alla Camera dei deputati per tornare in terza lettura al Senato. Una riforma che ci dara' la possibilita' di poter intervenire e sistematizzare il tema dell'abusivismo professionale".
De Biasi continua: "Andiamo verso una medicina personalizzata, sempre piu' vicina alla persona. Nella legge abbiamo inserito il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per dire che la persona va presa in carico in tutti i suoi aspetti. Se ha una malattia deve essere curata da piu' discipline, e tra queste c'e' anche quella dello psicologo. Appena passera' la legge sulla riforma degli Ordini professionali sara' un piacere poter verificare se le Regioni partiranno in modo omogeneo con questi piani coinvolgendo la figura dello psicologo".
Il tema della salute mentale "e' affrontato dalle istituzioni con grandissima difficolta'. È essenziale che il bisogno possa essere intercettato da qualcuno- prosegue Emilia Grazia De Biasi- che e' lo psicologo. Possiamo trovarlo sicuramente nei centri privati, ma sarebbe importante che ci fossero dei servizi sul territorio. Non si tratta di costi enormi, anzi sono costi evitati in termini di vite umane, farmaci e ricoveri ospedalieri. È una battaglia culturale, etica e costituzionale".
L'obiettivo e' "migliorare la qualita' della vita- ricorda la presidente della commissione Salute del Senato- e dobbiamo farlo iniziando a togliere lo stigma, la vergogna e gli stereotipi. Se i servizi territoriali non si potenziano non si intercettera' il bisogno e questo portera' ad avere vite di scarto e periferie esistenziali. È sufficiente avere problemi di lavoro per entrare in una spirale di poverta fisica e mentale".
Un'ultima riflessine sulla violenza alle donne: "È un paradigma antropologico e come tale va trattato. Dobbiamo cambiare punto di vista e occuparci dei maltrattanti. Ci sono protocolli, buone pratiche e criminologi bravissimi. Chiedo una mano per affrontare la violenza sulle donne- conclude- a partire dalla scuola e dai rapporti familiari".
Qui e' possibile vedere la videointervista della Dire.
(Wel/ Dire)