Palmieri (Inpef) lancia sos per le donne incinta a rischio psicofarmaci
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 14 mar. - "Quando la Scuola delega alla Sanita', quando i Servizi delegano ai Tribunali, quando i Tribunali delegano alla Psichiatria, quando le Famiglie delegano all'Esercito o alla Finanza emerge, piu' che mai, la carenza di azioni di supporto alla Famiglia ed e' allora che i Pedagogisti Familiari scendono in campo, se non lo sono gia'!". Con queste parole il presidente Vincenza Palmieri ha inaugurato la Plenaria ANPEF (Associazione Nazionale dei Pedagogisti Familiari). Un appuntamento importante che ha visto la partecipazione attiva di un gran numero di soci Pedagogisti Familiari, insieme, per ribadire che la Pedagogia Familiare e' la scienza che rappresenta l'intera rete di strumenti e processi volti a migliorare la qualita' del primo micro-cosmo, la famiglia, e dei suoi componenti, intesi sia come singoli sia come gruppo.
Fondata negli anni '90 dalla professoressa Vincenza Palmieri in Basilicata, la Pedagogia Familiare si e' estesa su tutto il territorio nazionale e internazionale a seguito di un lavoro, piu' che ventennale, di aiuto concreto alle famiglie in difficolta' mettendo insieme il puzzle derivante dalla lettura dei bisogni e delle richieste d'aiuto e delineando il profilo professionale del Pedagogista Familiare: un esperto formato ad hoc e capace di operare applicando l'Approccio Familiare Multidisciplinare coordinato con competenza, efficienza ed efficacia.
Il Presidente Palmieri ha ricordato che la recente costituzione del Comitato Tecnico Scientifico per la Formazione Continua consentira' di implementare i contatti con gli altri professionisti e le altre associazioni, che vorranno condividere la mission dell'ANPEF: prevenire e contrastare fenomeni di violenza a danno di bambini, giovani, famiglie attraverso la realizzazione di interventi formativi e collaborazioni con Istituzioni locali, nazionali ed internazionali, organizzazioni no profit, scuole, strutture di accoglienza residenziale. Ha sottolineato, inoltre, che per rendere le basi ANPEF sempre piu' solide e' stata gia' presentata la richiesta d'iscrizione dell'Associazione al ministero dello Sviluppo economico (MISE), sono stati individuati diversi referenti regionali, e' stato allestito il sito www.anpef.org, all'interno del quale e' gia' attivo lo Sportello a tutela dei Consumatori.
In occasione, poi, della giornata della donna Palmieri, fondatore di 'Vivere Senza Psicofarmaci', ha dedicato una mimosa per allontanare un incubo per 300.000 donne. "È dovere di ogni professionista, di ogni scienziato, di ogni ricercatore, di ogni umanitario, informare tutte le volte che puo' degli attentati all'umanita' di cui viene a conoscenza nell'ambito del proprio lavoro: e' cronaca di questi giorni la 'notizia' secondo cui sarebbe possibile individuare i primi segni di schizofrenia nel bambino, gia' dal grembo materno. Una cosiddetta ricerca condotta dall'Universita' di Buffalo (N.Y.) ha esaminato le cellule della pelle di quattro adulti con tale 'disturbo' e quattro sani, ricreando il processo che si verifica durante le prime fasi di sviluppo del cervello. In questo modo, si afferma, ha ottenuto una nuova ipotesi su come questa malattia sembri originarsi, spalancando la porta a una serie di trattamenti da somministrare, a scopo preventivo, a donne in gravidanza ad 'alto rischio di avere un figlio con schizofrenia'. E' evidente come a commentare tale approccio bastino ben poche parole, ma e' altrettanto evidente quanta strada e quanto lavoro vada ancora fatto per evitare che dietro esperimenti basati su 4 + 4 casi si possa nascondere il grosso business, crudele e malvagio, degli psicofarmaci".
Palmieri continua: "Pensiamo a una donna con il pancione, in trepida attesa. Pensiamo alla prospettiva che suo figlio possa essere schizofrenico. Quante mamme potrebbero cadere nella trappola e sarebbero disposte, anche solo per evitare l'ipotesi recondita di un disturbo del genere, a fare uso preventivo di psicofarmaci? I numeri parlano chiaro: un bacino - ad oggi - di 300 mila donne (in Italia), 24 milioni nel mondo. L'industria del business degli psicofarmaci e quindi della psichiatria non smette mai di individuare nuovi terreni da conquistare. Ma quando questo terreno e' rappresentato da un feto e dal grembo di una donna, allora e' fondamentale: informare, allertare, protestare, marciare e intervenire con ogni progetto seriamente scientifico e con ogni strumento istituzionale e legislativo possibile. Ognuno di noi puo' fare almeno una di queste cose. E, quando lo avra' fatto, potra' dire di aver dato il proprio indispensabile contributo. Non e' necessario che tutti aiutino nello stesso modo: ognuno puo' fare la sua parte e questo e' tutto quello che serve! Forse una mimosa non sara' sufficiente- conclude- ma l'incalzare di migliaia di donne, uomini e bambini che vogliono essere liberi e sani, si'!".
(Wel/ Dire)