Minori e comunita' educative, un lavoro 'di sistema' per risolvere le criticita'
Il Garante dei diritti, Andrea Nobili, fa il punto
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 10 gen. - Un piccolo esercito di minori nelle comunita' educative delle Marche, per la meta' stranieri non accompagnati. E tante criticita' che richiedono una riflessione e interventi immediati. Sui dati raccolti nel primo report promosso dal suo Ufficio, il Garante dei diritti, Andrea Nobili, fa il punto della situazione evidenziando problemi e proposte.
"Dal nostro report - spiega Nobili - emerge uno spaccato significativo, ma non del tutto esaustivo, di un panorama articolato che impone un adeguato controllo per rispondere seriamente alle esigenze dei nostri tempi. L'Ufficio si e' mosso nell'ambito delle proprie competenze, senza pretese ispettive, nel rispetto delle prerogative che spettano ad altri soggetti istituzionali e in collaborazione con gli stessi. Le comunita' svolgono un compito quanto mai delicato: integrare o sostituire funzioni familiari compromesse. Realta' che devono fare i conti con importanti mutamenti sociali, con emergenze, come quella dei minori stranieri non accompagnati, che nel tempo hanno assunto aspetti strutturali".
Le criticita' e le proposte."Nei momenti di confronto con gli operatori delle Comunita' educative - si legge nel Report - sono emerse alcune criticita' comuni, con questi suggerimenti di intervento: affrontare in una logica di sistema, coinvolgendo le istituzioni preposte, la questione relativa ai tutori dei minori che non sempre sono nella condizione di svolgere adeguatamente il loro impegno; e' stata segnalata l'opportunita' del riconoscimento di un'esenzione dal pagamento delle cure sanitarie e la garanzia della copertura della psicoterapia; ipotizzare un fondo compensativo per aiutare i piccoli comuni che spesso non riescono a sostenere le spese dell'inserimento dei minori in comunita'; valutare un intervento di sistema per tutelare i giovani che si trovano in comunita' al momento del conseguimento della maggiore eta' e che rischiano la compromissione del progetto personalizzato.
Mentre per quanto riguarda i minori stranieri non accompagnati (Msna): i brevi tempi di permanenza nelle strutture, dovuti all'eta' di inserimento, spesso prossima alla maggiore eta', non permettono l'attuazione di progetti efficaci per il percorso di autonomia; l'ingresso in Comunita' non e' sempre preceduto da uno screening adeguato: i costi di problematiche sanitarie importanti gravano sulle Comunita' che dispongono solo di una quota stabilita da disposizioni ministeriali di 45 euro giornalieri procapite; il riscontro di fragilita' psicologiche nei minori stranieri sempre piu' evidenti e complesse richiedono specifiche competenze etnopsichiatriche.
La complessita' del disagio e i numerosi bisogni dei minorenni fuori dalla famiglia non possono essere ormai risolti solo con interventi socio educativi. Necessitano, ancor piu' nel caso dei Msna (per i quali non basta una risposta ai bisogni primari), di una presa in carico integrata, con interventi sociali, educativi e soprattutto sanitari, di cura della salute e del trauma. È forse questa, nell'ambito di un ragionamento di sistema, una delle principali sfide che le istituzioni sono chiamate ad affrontare, per affermare il riconoscimento dei diritti dei minori".
(Wel/ Dire)
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