(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 14 feb. - 'Bisogna ripartire dalla nascita nella sua dimensione di concepimento. Dobbiamo tornare alle origini'. Lo dice Paola Binetti, neuropsichiatra infantile ed esponente della commissione Affari sociali alla Camera, in occasione della presentazione del suo libro a Roma dal titolo 'Maternita'' surrogata: un figlio a tutti i costi' (Edizioni Magi).
L'esponente Udc trova un punto di convergenza sulla 'convinzione che l'essere umano abbia il diritto di nascere in una relazione in cui la sessualita' recuperi l'ambizione di durare per sempre. L'albero genealogico segna proprio la continuita' dell'umano- spiega Binetti-, indica un equilibrio tra le diverse dimensioni biologica, psicologica, affettiva ed etica'. Non e' un tema esclusivamente rivolto a 'cattolici integralisti- sottolinea il deputato- ma riguarda l'antropologia della nascita, il perche' siamo qui ora'.
Nel suo discorso Binetti tiene insieme due paradigmi: 'La consapevolezza dell'autodeterminazione con quello dell'amorevolezza, che poi si lega al tema della fragilita e del bisogno che ognuno di noi ha degli altri in un contesto di riconoscibilita' reciproca'. Esiste dunque una 'sottile linea di confine che lega l'esperienza della corporeita', della potenza del corpo umano, alla consapevolezza che non possiamo andare oltre questa esperienza. Non possiamo capovolgere le leggi della natura- afferma l'autrice del libro-. Io non giudico il desiderio di una persona, ne comprendo la potenza, ma bisogna rafforzare lo stigma quando si vuole fare di questo desiderio una norma e un paradigma per la societa'. La norma non puo' dare per acquisito come normale una variabile dell'individuale'.
Sono quindi tre gli aspetti affrontati da Paola Binetti
(intervistata dall'agenzia Dire) parlando di maternita' surrogata: 'Il primo e' riscoprire il senso e il valore della maternita' e della paternita'- chiosa la neuropsichiatra-. Tuttavia, quest'ansia di eternita' che ogni uomo porta con se' non puo' diventare un diritto, che mentre realizza il desiderio di un adulto deruba il figli del suo bisogno di avere e sapere chi sono suo padre e sua madre. Ogni bambino ha diritto ad avere una continuita'- precisa Binetti-, che passa attraverso il profilo genetico e gestazionale, e poi approda nella relazione di cura e di accudimento. L'unico legame capace di consegnarlo alla sua autonomia e alla sua maturita''.
Il terzo e ultimo punto riguarda 'la responsabilita' del legislatore di supportare e custodire i valori che sono insiti nella natura dell'uomo e di fare delle leggi positive che non prescindano mai dalla legge naturale- conclude-, che comunque c'e' in ognuno di noi'.
C'È UN VUOTO SIMBOLICO - 'Pieno esperienziale e vuoto simbolico'. Parte da questo concetto Magda Di Renzo, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva, per affrontare il tema della maternita' surrogata dal punto di vista del vissuto del bambino: 'Perche' accanto al diritto dell'adulto ad avere un figlio deve esserci quello del bambino ad avere un'infanzia'.
Il dibattito sulla maternita' surrogata andrebbe inserito, secondo la responsabile del servizio Terapie dell'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO), all'interno di 'un fenomeno collettivo piu ampio. La scienza ha bisogno di un'etica, che attraverso delle restrizioni riesca a tenerne a bada i poteri e ad umanizzarne i contenuti. Altrimenti il pericolo, come diceva Gramsci, e' di una macchinazione che rischia di farci perdere l'anima'.
La psicoanalista consiglia dunque che il dibattito 'passi dalla morale all'etica. I moralismi portano a contrapposizioni- spiega Di Renzo- il 'politicamente corretto' sta appiattendo la nostra capacita' di riflettere sugli eventi. Manteniamo almeno un dubbio su questa importante questione'.
La psicoterapeuta racconta allora un piccolo accadimento: 'Stavo passeggiando in un parco e ho sentito una bambina che mentre correva chiamava 'mamme... mamme...'. Una signora che passava di li', incrociando il mio sguardo, mi disse: 'Una volta non si diceva che di mamma ce n'e' una sola?'. Questa storia dovrebbe almeno farci riflettere sull'archetipo delle origini, sul rapporto madre-bambino. Tutte le teorie attuali stanno studiando le cosiddette 'sinritmie': quelle ritmie sintoniche che si sviluppano nella fase gestazionle. Un'esperienza che nella pratica dell'utero in affitto viene bruscamente interrotta dopo la nascita- ricorda Di Renzo-, anche se gli studiosi hanno dimostrato che l'attaccamento e' gia avvenuto. A questo punto noi dovremmo studiarne gli effetti'.
La responsabile del servizio Terapie dell'Ido crede quindi 'necessaria una riflessione affinche' si crei una pensabilita' e si riacquisti una simbolicita'. Rispetto a tanti nuovi contenuti che hanno superato i limiti finora conosciuti- aggiunge Di Renzo- non c'e' stata un'adeguata riflessione su quella che e' la filiazione simbolica e la genitorialita' simbolica'
(guarda la videointervista della Dire).
Quando la camera da letto 'diventa un laboratorio e ci si confronta con i fallimenti continui della procreazione- avverte la psicoteraperuta- spesso la coppia arriva a un prodotto ma lo spazio che aveva animato nel ricercare il bambino non c'e' piu'. Dobbiamo andare oltre la tecnologia, perche' deve esistere una filiaziome simbolica ed una genitorialita' simbolica per rispettare il mistero delle origini- conclude-, integrando la scienza con dei contenuti piu' umani'.
NESSUN LEGAME CON L'OMOSESSUALITA' - 'Esistono vari tipi di famiglie, Claude Levi-Strauss ne citava ben 54. Dico questo per ribadire che non abbiamo dati per valutare appieno il fenomeno della maternita' surrogata, ma che sicuramente non dobbiamo legare questo tema a quello delle coppie omosessuali che combattono per avere la loro prole'. Inizia cosi' la sua riflessione Anna Maria Nicolo', neuropsichiatra infantile e futuro presidente della Societa' Psicoanalitica Italiana (SPI),
(guarda la videointervistata dalla Dire).
'Dobbiamo studiare cosa accadra' ai bambini nati da un utero in affitto quando saranno in eta' adulta. Dobbiamo chiederci cosa accadra' alle madri che hanno ceduto per soldi i loro figli.
Siamo nel vivo di questa situazione. Certo adottare un figlio e' diverso che averlo- ammette la psicoanalista-, ma avere un figlio cosa significa? E' possesso o il bambino ha diritto di esistere aldila' e al di sopra dei genitori?'.
Il bambino comincia ad esistere 'gia' nella fase della gravidanza- spiega la neuropsichiatra-. Alcuni studi dimostrano che durante la gravidanza il feto alterna le sue fasi REM con quelle della madre (quando la mamma dorme il bambino sogna e viceversa) e che il cervello umano costruisce la propria funzionalita' gia' durante la gestazione, e poi successivamente nei primi periodi di vita in base alle esperienze relazionali che fara''.
Nella maternita' surrogata 'avviene una scissione tra le tre madri: biologica, gestazionale e relazionale (psicologica)- ricorda Nicolo'-, e non sappiamo ancora quali saranno gli effetti di questa scissione. Non conosciamo nemmeno cosa accadra' a questa madre che opera una scissione. La gravidanza attiva processi fisico-chimici e psicologici- spiega il medico- infatti dopo il parto la madre entra in uno stato particolare che venne definito da Winnicot 'Preoccupazione materna primativa', ovvero quella capacita' di ascoltare il bambino, determinata dai processi fisico chimici della gravidanza'.
L'utero in affitto sposta quindi 'il baricentro altrove.
Altrove dalla relazione sessuale e altrove dai processi fisico chimici e psichici della gravidanza. Questo altrove cosa sara'?- si chiede la futura presidente della SPI- Un segreto custodito dentro la famiglia? Un segreto sulle origini? Ci troviamo davanti ad una mutazione antropologica di non poco conto e una legge proibizionista non aiutera', perche' di fatto parliamo di un fenomeno massiccio'.
In questa 'divaricazione tra scienza ed etica, la gravidanza surrogata e' solo uno dei tanti aspetti del senso di onnipotenza delle persone, perche' potremmo anche parlare del desiderio di eterna giovinezza e di tanto altro ancora. Abbiamo bisogno di un limite per pensare, produrre e creare- consiglia la psicoanalista- ma il dibattito tra scienza ed etica resta irrisolto. E giusto permettere alle coppie omosessuali di svolgere una loro genitorialita', anche perche' le ultime ricerche scientifiche hanno dimostrato che i bambini di coppie omosessuali non differiscono dai bambini di coppie eterosessuali. Questo tema non riguarda l'omosessualita' ma il nuovo uso del corpo e il senso del diritto del bambino. Una nuova mutazione antropologica- conclude Nicolo'- di cui ancora oggi non sappiamo molto'.
PRATICA ABOMINEVOLE - 'Pratica abominevole'. Lo dice Livia Turco, ex ministro della Salute e presidente della Fondazione Nilde Iotti, parlando della 'gestazione per altri'. Il libro dell'onorevole Binetti e' 'importante perche' ci mette di fronte al cambiamento profondo che sta vivendo la maternita' e la paternita', di cui ancora non ne siamo consapevoli. C'e' un capovolgimento di prospettiva: da madre sempre certa a padre sempre certo. Sono contro la pratica dell'utero in affitto senza se e senza ma- afferma Turco-, sono contro perche' viviamo in un momento di banalizzazione della liberta' e stiamo perdendo l'essenziale della natura umana: la relazione con l'altro'.
Il femminismo e la sinistra 'mi hanno insegnato i principi della comunita', il legame che ci unisce all'altro, e dell'amorevolezza concreta nei confronti delle persone. Lo sforzo- fa sapere l'ex ministro- e' quello di immedesimarsi nella condizione altrui'.
Bisogna stare attenti alle parole, consiglia Turco: 'Un conto e' dire 'utero in affitto', un altro 'gestazione per altri'. È una stessa cosa detta in due modi completamente diversi, ma solo nella prima modalita' emerge realmente il vissuto di una madre che da' via un figlio per soldi. Ho imparato che il grembo materno non e' solo fisico, ma psichico, e' il luogo dove si costruisce la relazione madre-figlio'. Eccolo 'il femminismo della differenza sessuale', spiega Turco, 'che ha posto al centro della sua riflessione la differenza femminile e la potenzialita' della maternita'. Indica la possibilita' di esercitare una responsabilita' e una liberta' prima verso l'altro e poi verso se stessi'.
L'utero in affitto 'colpisce il principio dell'autodeterminazione femminile: un figlio che e' per altri altera la relazione madre-figlio. Ripropone il grembo come puro contenitore fisico, perdipiu' attraverso il mercimonio', precisa Livia Turco.
La battaglia sull'aborto 'la vincemmo proprio in base a questo principio dell'autodeterminazione femminile e di questa unicita' di relazione tra la madre e il figlio. La sinistra dovrebbe essere preoccupata dal bieco sfruttamento del corpo femminile.
Parliamo di donne povere che producono figli per famiglie ricche. Deve esserci un limite, si conduca una battaglia culturale vera- conclude - contro una cultura narcisista dell'Io desiderante'.
(Guarda la video intervista a Livia Turco) (Wel/ Dire)