Cambia la societa' e si modifica il ruolo di genitori e figli
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 18 apr. - Non piu' famiglia, ma famiglie. Tra unita' monoparentali, omoparentali, ricostituite, immigrate, allargate, negli ultimi anni e' cambiato anche il modo di declinare il termine che definisce la cellula fondamentale della societa'. Genitori e figli, in periodo di transizione e cambiamenti, sono chiamati a ripensare il loro ruolo all'interno delle nuove famiglie. In questo contesto la psicologia deve rapportarsi a una schema complesso per intervenire in contesti che si evolvono costantemente. Partendo da questa premessa, l'Istituto italiano di psicoterapia relazionale (Iipr) ha coinvolto istituzioni, magistrati, assistenti sociali e rappresentanti di associazioni e cooperative che si occupano di famiglia e genitorialita', con i quali si costruiranno contesti stabili di confronto.
Una riflessione che si e' avviata con il convegno 'La funzione genitoriale tra cambiamento e stabilita', co-organizzato a Napoli da Iipr, Comune di Napoli e Ordine degli Psicologi della Campania. Chiarendo che "e' sbagliato pensare a una maggiore conflittualita' all'interno delle famiglie", Antonella Bozzaotra, presidente dell'Ordine degli Psicologi della Campania, ha sottolineato come sia "importante utilizzare il paradigma della complessita' per riuscire a studiare i nuovi modelli e a comprenderli. Non possiamo piu' immaginare solo la famiglia nucleare e abbiamo la necessita' di ripensare a come si caratterizza la trasmissione intergenerazionale, in che modo si possono trasferire risorse e saperi".
A tal proposito, il responsabile della sede di Napoli dell'Iipr Giovanni Madonna, ha introdotto il concetto di "changeability, ovvero una predisposizione al cambiamento per affrontare la temperie culturali che stiamo vivendo. La changeability costringe i giovani a realizzare quella che definisco 'la sindrome del funambolo', colui che per stare in equilibrio sulla corda deve costantemente mutare la propria posizione del corpo. I genitori, che sono la generazione dei conservatori, devono invece adattarsi alla 'sindrome del camaleonte', perche' sono chiamati a mutare continuamente pelle pur di poter continuare a coltivare il loro mandato familiare".
Nel proprio intervento Francesco Canevelli, presidente della Societa' italiana di psicoterapia relazionale sistemica, ha inoltre evidenziato come "non sia cambiato l'essere genitori e figli all'interno di queste nuove realta'. Il problema e' comprendere come prendersi cura delle nuove famiglie, tenendo presente che si tratta sempre di relazioni altamente significative nello sviluppo delle persone, genitori o figli che siano".
I cambiamenti in corso nelle famiglie "predispongono maggiormente all'esperienza del neglect - ha spiegato il direttore didattico dell'Iipr, Camillo Loriedo - un disturbo della condizione spaziale. Le situazioni in cui ci sono divorzi, alta conflittualita', figli che vengono da diverse territorialita', danno luogo a una serie di discrepanze in cui i soggetti piu' fragili possono essere trascurati. La tendenza sempre piu' diffusa all'uso delle tecnologie fa si' che dal punto di vista emozionale si creino immensi silenzi, con scarsissima partecipazione personale da parte degli individui, che tendono a frequentarsi a distanza piuttosto che a confrontarsi direttamente. Questo fa si' che il neglect diventi una realta' sempre piu' diffusa".
(Wel/ Dire)