Giuffrida: Italia e' leader, nostra esperienza esempio per altri paesi
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 13 dic. - Invecchiamento e assistenza. Due strade che procedono parallele da quando l'eta' media della popolazione, non solo italiana ma europea e mondiale, sta diventando sempre piu' alta. Proprio il nostro Paese risulta essere uno dei capofila a livello internazionale: a spiegarlo e' Francesco Giuffrida, direttore sanitario della Cooperativa Osa-Operatori sanitari associati, intervistato dall'agenzia Dire. "L'Italia e' molto avanti per quanto riguarda la presenza di anziani, anzi e' uno dei Paesi piu' 'vecchi' del mondo dopo il Giappone. Abbiamo delle percentuali di ultra 65enni ormai vicine, o in alcuni casi superiori, al 20% con una aspettativa di vita molto elevata per l'uomo e la donna, che si attesta rispettivamente su 80 e 82 anni".
Le conseguenze? "Abbiamo la responsabilita' di tracciare la strada agli altri Paesi che andranno incontro a questo tipo di fenomeno demografico". Infatti "siamo un Paese che, potendo contare su un Sistema sanitario nazionale universalistico e sostanzialmente gratuito, subisce molto l'impatto dell'invecchiamento della popolazione". D'altro canto, proprio questo "ci ha permesso di andare avanti e fare dei progressi specifici in questo settore", specifica Giuffrida. La spiegazione e' che "a queste variazioni demografiche sono seguite delle variazioni epidemiologiche: fino alla meta' del '900 ci si occupava di persone che erano sane o malate, presentando delle patologie 'transitorie'. Oggi invece, con l'invecchiamento, c'e' una prevalenza di cronicita' e di persone che non possiamo definire sane ma che hanno malattie come l'artrosi, il diabete, l'ipertensione. Problemi che costringono il soggetto a convivere con delle difficolta', con la necessita' di fare dei controlli ripetuti nel tempo e avere a che fare con uno stato di salute 'imperfetto'". Con questa condizione che non rappresenta piu' un'emergenza ma una 'normalita'' a causa del protrarsi delle fasi avanzate della malattia, si e' generato uno "sviluppo di cure palliative e di controllo dei sintomi che possano rendere accettabile la qualita' della vita".
Da qui la necessita' di cambiare fronte d'attacco. Spiega infatti Giuffrida: "In passato l'attivita' del medico era esclusivamente diagnostico-terapeutica, oggi invece ci sono sempre piu' professioni che si occupano di assistenza come infermieri, fisioterapisti e riabilitatori. Figure che acquistano maggiore importanza rispetto al passato. Certo il paziente cronico ha sempre bisogno di una diagnosi e di una terapia giusta, ma anche di una giusta assistenza per ottenere l'autosufficienza".
La nuova frontiera dell'assistenza puo' essere una sola: "Una collaborazione tra il pubblico e il privato no profit, che in questo settore e' partito piu' di 30 anni fa e ha ormai acquisito una esperienza notevole dovuta anche al fatto che il Ssn, inteso come forza lavoro, non riesce a far fronte a questi fenomeni". Ecco perche', conclude Giuffrida, "il privato con le sue caratteristiche di motivazione dei lavoratori e sostenibilita' economica si pone come partner ideale del sistema pubblico, pur mantenendo sempre al pubblico gli aspetti decisionali e di governo dell'assistenza".
(Wel/ Dire)