Roma, 13 set. - "Come Fnomceo, appena finita la tempesta Covid, oltre alla problematica della violenza contro gli operatori sanitari che coinvolge tutte le nostre professioni, si è aggiunta anche la revisione del codice deontologico, che non è solo un libro dedicato ai medici, un codice di comportamento a cui tutti noi dobbiamo prestare giuramento, ma è stato posto anche sotto osservazione dal punto di vista della realtà dai cittadini, e mi riferisco ai procedimenti disciplinari e alle sanzioni per i no-vax, che hanno portato all'attenzione pubblica i codici di autoregolamentazione della professione". Lo ha detto il vicepresidente della Federazione Nazionale Ordini Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Giovanni Leoni, in occasione della seconda edizione degli Stati Generali della comunicazione per la Salute, a Roma presso l'Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata. Organizzato da Federsanità in collaborazione con PA Social, l'evento dal titolo 'Pnrr: informazione, partecipazione, trasparenza per il rilancio dell'Italia'.
"Non abbiamo fatto un nuovo codice autoreferenziale- ha proseguito- ma ci siamo aperti alla società civile e abbiamo fatto quattro direttive principali per quanto riguarda i diritti dei cittadini e del medico. Ci siamo poi occupati dell'autonomia professionale, ovvero la possibilità per il medico di poter esercitare effettivamente quello che è scritto nel codice deontologico. Esplicitare nella realtà questo particolare momento clinico è, però, estremamente diverso, soprattutto nell'emergenza urgenza e nella psichiatria, basata non sull'esame clinico ma sul dialogo, sull'incontro fra medico e paziente".
Poi, ha inoltre informato il vicepresidente della Federazione Nazionale Ordini Medici Chirurghi e Odontoiatri, "c'è stato il tema della comunicazione per quanto riguarda la professione, tenuta ad avere un comportamento adeguato, non solo durante l'esercizio della professione, quando indossa il camice, ma anche per tutte le manifestazioni esterne della nostra vita normale".
Si tratta "di una comunicazione cambiata profondamente: ci siamo trovati di fronte alla libertà di disinformazione, una disinformazione immediata da altri cittadini con mezzi di comunicazione molto potenti e pervasivi, ovvero i social e internet. Il periodo Covid è stato quello della massima espansione di questo tipo di falsa informazione, che dobbiamo contrastare partendo anche all'interno delle nostre categorie". Secondo Leoni è necessario arrivare a "una tecnologia a servizio del medico e del cittadino e non sostitutiva- ha concluso- evitando ad esempio quanto accaduto in Inghilterra, dove si tendeva a sostituire il medico con una risposta computerizzata".
(Red)