Roma, 26 ott. - Un approccio integrato e interdisciplinare alla cronicità, che porti alla collaborazione delle diverse figure coinvolte (persone con diabete, clinici, istituzioni e industrie farmaceutiche) che implichi servizi digitali e tecnologie innovative equamente accessibili, per ottenere un superamento delle barriere alla collaborazione, un incremento dell'efficacia della terapia e un effettivo miglioramento della qualità della vita delle persone con diabete.
Se ne è discusso nel corso dell'evento 'Oltre la cura: la persona e la tecnologia al centro della gestione del diabete', che si è svolto nell'ambito della seconda edizione del Forum 'Tutto nella norma'.
Il diabete è una malattia cronica molto complessa, con forti ripercussioni sul quotidiano delle persone che vi convivono. In Italia, secondo i dati del rapporto dell'Italian Barometer Diabetes Observatory 2022, è stimata una prevalenza pari al 6,8% della popolazione italiana, 4 milioni di persone, con un trend collegato strettamente all'invecchiamento della popolazione e, quindi, in costante aumento. A questi dati andrebbero aggiunti circa un milione e mezzo di casi non diagnosticati.
Proprio per questi numeri e per la tendenza al progressivo aumento, il diabete è una delle sfide più impegnative con cui è chiamato a misurarsi il Servizio sanitario nazionale.
Negli ultimi anni si sono fatti grandi progressi in ambito scientifico, tecnologico e normativo, ma è necessario fare ulteriori sforzi per rendere concreto un modello di cura e gestione della patologia davvero integrato, affinchè il diritto alla cura delle persone con diabete si possa tradurre in un beneficio per la collettività.
"Il diabete- evidenzia Nicola Napoli, professore ordinario di Endocrinologia al policlinico universitario Campus Bio-Medico e presidente Sid Lazio- è una malattia che richiede un approccio olistico, mirato e personalizzato per cui 'sintonizzarsi' con la persona nella sua unicità diventa fondamentale. L'innovazione tecnologica riveste un ruolo centrale nella gestione della patologia e nella prevenzione delle complicanze. La disponibilità dei dati permette di facilitare il dialogo medico-paziente, la collaborazione tra medici di medicina generale e strutture diabetologiche e lo sviluppo di servizi di teleconsulto".
"Oggi però in Italia abbiamo ancora numerose problematiche legate alla digitalizzazione e alla condivisione del dato in ambito sanitario. La diabetologia italiana- prosegue- si è in gran parte dotata di strumenti elettronici per la gestione dei dati clinici, ma la condivisione di questi con altri specialisti che concorrono nella cura del diabete e delle sue complicanze, e con la rete della medicina generale, è ancora estremamente limitata".
"Queste difficoltà nella gestione della persona con diabete- interviene il consigliere delegato Agd Italia e membro del consiglio direttivo Diabete Italia, Raffaella Sommacal- si declinano a livello regionale, dove l'assistenza è diversa da regione a regione, spesso anche tra una Asl e l'altra della stessa regione. Occorre implementare su tutto il territorio nazionale un'assistenza integrata, continua e focalizzata sugli outcome di cura sin dagli esordi della patologia".
"E in quest'ottica- sottolinea- la digitalizzazione sanitaria risulta fondamentale per promuovere l'uso di registri e la raccolta dati, integrandoli nel sistema di cura del diabete ed utilizzandoli quali strumenti essenziali per migliorare la qualità della cura della malattia, che permetterebbero al paziente di migliorare l'aderenza terapeutica, ai clinici di collaborare e comunicare tra loro offrendo così una cura interdisciplinare, alle istituzioni di tenere monitorato l'andamento della malattia e delle sue complicanze".
"Quindi- afferma il direttore Uosd diabetologia-endocrinologia, Asl Roma 5-sede P.O. Tivoli e presidente Amd Lazio, Vincenzo Fiore- oggi l'innovazione tecnologica rappresenta l'elemento utile a colmare il divario tra bisogni e risorse, e può portare a un rinnovamento organizzativo e tecnologico nel diabete, volto a un'assistenza completa".
"Una corretta implementazione di questa innovazione e un accesso esteso a livello nazionale- rende poi noto- sono condizioni necessarie per promuovere la collaborazione tra tutti gli interlocutori che cooperano nella cura del diabete e per far sì che pazienti e caregiver possano sfruttare appieno il potenziale delle risorse tecnologiche oggi a disposizione".
(Red)