Roma, 24 ott. - "Oggi, dopo 45 anni dalla legge che istituiva il Servizio sanitario nazionale, molte cose sono cambiate. Sono tornate ad affacciarsi le mutue o, meglio, le assicurazioni: il 17% della popolazione ne ha sottoscritta una. Il 21% degli italiani risparmia denaro per poter effettuare prestazioni sanitarie. Un italiano su quattro (23%) invece, drammaticamente, non riesce a risparmiare denaro per far fronte alle spese sanitarie. Oltre 3 milioni di cittadini (7%) rinunciano a curarsi. La spesa privata, messa di tasca propria da parte dei cittadini, oramai supera i 40 miliardi. Le disuguaglianze in sanità tornano ad avere numeri importanti". Lo ha detto il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli, intervenendo questa mattina a Roma al convegno nazionale dal titolo 'Valore salute: SSN volano di progresso del Paese. I 45 anni del Servizio sanitario nazionale, un'eccellenza italiana', che si è svolto a Roma.
"Il 79% dei cittadini che risiedono nel sud e nelle Isole del Paese- ha proseguito Anelli- sentono forte il problema della migrazione sanitaria. Mentre la gran parte dei cittadini, il 61% equamente distribuiti nel Paese, vorrebbe che le eccellenze fossero portate lì dove le persone vivono. La sanità delle regioni in questi decenni non è riuscita a colmare le disuguaglianze. Una larga fetta della popolazione italiana (41%) ritiene che in questi anni la qualità dell'assistenza sanitaria sia peggiorata". Le cause, per gran parte degli italiani, sono da attribuire "ad un numero insufficiente di personale medico e sanitario 55%; nell'inadeguatezza delle strutture e degli strumenti 42%; ad un finanziamento non adeguato alle necessità 42%; alla disorganizzazione 38%".
Il giudizio sulla gestione della sanità è dunque "netto: gran parte degli italiani, il 69%, ritengono che la sanità di oggi risponda più alle esigenze di bilancio che non a quelle di salute".
Ciononostante, ha sottolineato ancora Anelli, la "quasi totalità degli italiani, il 90%, vorrebbe che il governo mettesse al primo posto o tra le principali priorità proprio la sanità.
Una sanità che per il 76% dei nostri concittadini dovrebbe essere pubblica o più pubblica che privata".
Ma qual è il futuro per il SSN? "I grandi cambiamenti avvengono quando i cittadini prendono coscienza dei loro diritti e questa consapevolezza diventa patrimonio culturale del Paese. Che il Servizio Sanitario Nazionale risponda più alle esigenze economiche che agli obiettivi di salute- ha aggiunto Anelli- oggi è un sentimento largamente diffuso non solo tra i medici ma anche tra la popolazione che chiede ad esempio un maggior numero di professionisti per rispondere in maniera efficace al tema delle liste d'attesa (43 miliardi di spesa out of pocket), ma anche misure per superare le disuguaglianze", ha concluso.
(Red)