Roma, 24 ott. - Malgrado le tante disparità territoriali da sempre sottolineate, la spesa sanitaria pubblica pro-capite è superiore a 2mila euro in tutte le regioni. Oltre 1,3 miliardi le prestazioni di prevenzione e cura erogate in un anno, 29mila le strutture pubbliche e private accreditate, per un totale di 236 mila posti letto. Sono numeri che raccontano di un'attività diffusa che materializza la sensazione sociale che, in caso di bisogno sanitario, esiste una tutela accessibile e di qualità a cui si ha diritto.
Inoltre, una figura presidio chiave che beneficia di alta fiducia e buona social reputation come il medico di medicina generale, nonostante le attuali problematiche di shortage, conta ancora 40mila professionisti diffusi nei territori, con una media di 1.300 adulti residenti per medico di medicina generale. Il campo di oscillazione regionale per Medico di medicina generale varia tra 1.514 adulti in Lombardia e 1.063 adulti in Umbria. È quanto emerge dal Rapporto Fnomceo-Censis 'Il valore economico e sociale del Servizio Sanitario Nazionale - Una Piattaforma fondamentale per il Paese', presentato oggi a Roma nell'ambito del convegno 'Valore salute: SSN, volano di progresso del paese', organizzato dalla Fnomceo.
"La spesa sanitaria pubblica- ha commentato il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli- è un investimento economico i cui effetti si dispiegano su tutti i territori del nostro paese, e pertanto le sue risorse possono essere considerate ad alto impatto economico e occupazionale, con in più il pregio di distribuire i benefici in modo diffuso nei territori. Il valore sociale del Servizio sanitario richiama ulteriori contributi rilevanti, come quello alla coesione sociale sui territori. Ciò avviene certamente tramite l'erogazione di servizi sanitari che sono fondamentali per il benessere delle persone e la qualità della vita in ambito locale, ma anche perché è una piattaforma decisiva per l'occupazione locale, di cui rappresenta una componente significativa, che ovviamente è opportuno e utile espandere. Il Servizio sanitario, infine contribuisce a tenere insieme la società anche perché esercita una funzione di rassicurazione delle persone di ogni ceto sociale- ha concluso- facendole sentire con le spalle coperte in caso di insorgenza di patologie".
SSN È BOOST PER ECONOMIAá- Il Servizio sanitario nazionale è un boost per l'economia. Partendo da un valore della spesa sanitaria pubblica pari a 131,3 miliardi di euro (dato dalla spesa sanitaria pubblica del 2022, 131,1 miliardi di euro - pari al 6,7% del PIL - più una quota aggiuntiva che include la ricerca e sviluppo) il valore della produzione interna diretta, indiretta e dell'indotto ad essa ascrivibile è stimata pari a 242 miliardi di euro. Il moltiplicatore della transizione dalla spesa al valore della produzione è pari a 1,84: per ogni euro di spesa sanitaria pubblica investito nel Servizio sanitario viene generato un valore della produzione non distante dal doppio. È quanto emerge dal Rapporto Fnomceo-Censis 'Il valore economico e sociale del Servizio Sanitario Nazionale - Una Piattaforma fondamentale per il Paese', presentato oggi a Roma nell'ambito del convegno 'Valore salute: SSN, volano di progresso del paese', organizzato dalla Fnomceo.
"La domanda di beni e servizi attivata dalla spesa sanitaria pubblica- ha spiegato il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli- si irradia nel resto dell'economia, ampliando il valore della produzione delle imprese, con benefici significativi sull'occupazione, sul valore aggiunto e sul Pil nazionale". Il valore aggiunto complessivo creato è pari a 127 miliardi di euro: il 7,3% del valore aggiunto totale e il 6,5% del Pil. I settori che direttamente e indirettamente beneficiano della spinta della spesa sanitaria pubblica sono le attività dei servizi sanitari, per un valore della produzione pari a 126 miliardi di euro con quasi 1,3 milioni di occupati, il settore dell'assistenza sociale con 8,6 miliardi di valore di produzione e un'occupazione di 180mila persone, il commercio al dettaglio e all'ingrosso, con quasi 9 miliardi di valore di produzione e oltre 95 mila occupati.
E poi settori professionali e di servizi qualificati di tipo amministrativo, legale, contabile, di consulenza gestionale con un valore della produzione di oltre 3 miliardi di euro per oltre 30mila addetti, e quello relativo a servizi di vigilanza e di facility management con 3 miliardi di euro di valore della produzione e quasi 43 mila occupati. La generatività della spesa sanitaria pubblica si completa considerando che il totale delle imposte dirette e indirette e dei contributi sociali ascrivibili al circuito attivato dalla spesa sanitaria pubblica citata è pari ad oltre 50 miliardi di euro. Si tratta di oltre 28 miliardi di imposte dirette e indirette e quasi 22 miliardi di contributi sociali relativi ai lavoratori dipendenti coinvolti.
92% ITALIANI CONTRARIO A INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER TUTELA SALUTE - "È un rapporto solido quello che lega il medico al cittadino, fondato sulla fiducia. Il 75% degli italiani, infatti, ritiene irrinunciabile il diritto, ad esempio, a scegliersi il proprio medico di famiglia, né è disponibile (nel 92% dei casi) a delegare a freddi algoritmi quali quelli dell'intelligenza artificiale la tutela della propria salute, facendosi curare da un computer. Una fiducia ricambiata dai medici che pensano ai cittadini come i migliori sostenitori del Servizio sanitario nazionale (81%)". Lo ha detto il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli, intervenendo a Roma al convegno nazionale dal titolo 'Valore salute: SSN volano di progresso del Paese. I 45 anni del Servizio sanitario nazionale, un'eccellenza italiana', che si è svolto a Roma.
"Mentre si amplia- ha proseguito Anelli- il divario con le istituzioni che i medici considerano meno sensibili sulla tenuta del Servizio sanitario nazionale e nel ritenere prioritario il servizio offerto dalla professione medica (65%). Il 40% dei medici oggi sarebbe interessato a svolgere la professione all'estero, non solo per fare un'esperienza qualificata, ma anche per il migliore trattamento economico e la maggiore considerazione riconosciuta e riservata ai professionisti medici". Per Anelli serve dunque un "cambio di passo nella gestione della nostra sanità, oggi affidata a burocrati e contabili", ha concluso.
PER 57% GIOVANI IL MEDICO E' ANCORA PROFESSIONE ATTRATTIVA - "Per i giovani quella del medico è una professione ancora oggi fortemente attrattiva. Il 57% dei giovani tra i 15 e i 24 anni ha preso in considerazione la possibilità di potersi formare per essere un professionista sanitario" ha detto ancora il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli.
"I medici (90%), dal canto loro- ha aggiunto- vorrebbero una sanità governata dalle competenze professionali per il raggiungimento degli obiettivi di salute e non soltanto da esigenze economico-contabili. Vorrebbero un ruolo strategico e importante nelle decisioni riguardanti la sanità. Chiedono quindi maggiori investimenti (il 78% ritengono inadeguati), consapevoli- ha concluso- che il Servizio sanitario nazionale è un motore di sviluppo economico e sociale".
(Red)