Roma, 9 nov. - "Le Regioni hanno utilizzato a oggi il 69% delle risorse stanziate per far fronte al problema (delle liste d'attesa, ndr). Quando leggo sui giornali che ci vogliono due anni per fare una mammografia rabbrividisco, dopodiché va detto non sono due gli anni, perché i dati sono basati su rilevazioni sporadiche". Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo a Roma alla 'Convention Fiaso25 - Cambiamo rotta per il futuro della sanità pubblica'.
"La priorità è avere i dati- ha proseguito Schillaci- solo conoscere Regione per Regione qual è la reale situazione sulle liste per fare un esame, una terapia o un intervento chirurgico, ci consentirà di intervenire. Senza un registro dei tempi di attesa non possiamo farlo. Stiamo mettendo su un sistema con Agenas per controllare, ma i dati ce li devono dare le Regioni, così come deve esserci un Cup unico di prenotazione che metta insieme sistema pubblico e privato convenzionato. Il cittadino oggi vuole avere la prestazione fatta bene- ha concluso- nel tempo giusto e da personale qualificato".
ALMENO METÀ REGIONI SOTTO TETTO SPESA ASSUNZIONI - "Abbiamo fatto un'indagine e ci sono almeno la metà delle regioni italiane che non hanno raggiunto il tetto di spesa sul personale e, quindi, possono assumere. Allora, perché, le Regioni non assumono?" ha aggiunto il ministro della Salute.
"È chiaro che ci vogliono forze nuove e assunzioni- ha proseguito quindi il ministro a margine- rivendico il fatto che, nella Finanziaria, ci sia finalmente un finanziamento ad hoc per la medicina territoriale nel 2025 e nel 2026. Poi ovviamente bisogna rendere attrattivo tutto il sistema, l'incentivo dato all'extra-orario, di base volontaria, non è trascurabile. Per gli operatori sanitari siamo passati da 30 a 60 euro l'ora- ha concluso Schillaci- non credo sia male in un momento di crisi economica come questo".
(Red)