(DIRE) Roma, 7 nov. - "Per un paziente ricoverato in un reparto di Psichiatria mantenere il contatto con l'esterno è fondamentale. Le attività dei volontari e la promozione di progetti di collaborazione migliorano la cura che gli viene prestata". È questo il principale messaggio, secondo Gian Marco Polselli, direttore della UOC SPDC dell'ospedale Santo Spirito della Asl Roma 1, che oggi ha aperto la giornata di studio sul tema 'Il volontariato: una risorsa per la Salute Mentale e l'incontro in SPDC'.
L'evento è stato organizzato dall'AVO - Associazione Volontari Ospedalieri Roma e dal Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura del Presidio Ospedaliero Santo Spirito in Sassia, con il patrocinio di OMCeO Roma - Ordine dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Roma.
"Questa mattina è stata messa in evidenza proprio l'importanza della collaborazione con l'Associazione dei volontari ospedalieri, che svolge diverse attività all'interno del reparto di Psichiatria. Inoltre- fa sapere Polselli- abbiamo anche parlato di un progetto in corso con la Sovrintendenza capitolina ai beni culturali, una serie di incontri che vengono realizzati con i pazienti sulla storia dei Fori Imperiali della città di Roma".
Il contatto con l'esterno diventa ancora più necessario se si osserva poi nel dettaglio la tipologia di utenza ricoverata all'interno degli SPDC: "E' aumentato il numero di pazienti più giovani, la fascia di età si è spostata verso il basso- precisa Polselli- il 25% delle persone ricoverate ha meno di 28 anni.
Sono pazienti con disturbi psichiatrici gravi: forme psicotiche, depressive, maniaco depressive, oppure ci sono i gravi disturbi di personalità che in una situazione di crisi non possono essere trattati se non in ospedale".
Da qui l'appello dei volontari ospedalieri e degli operatori sanitari: "Le relazioni sociali, gli obiettivi personali e le relazioni affettive sono componenti fondamentali che in una fase di crisi, quale quella che porta a un ricovero ospedaliero, vengono a mancare. È pertanto fondamentale recuperare queste componenti durante il periodo trascorso in ospedale. In quest'ottica gli interventi riabilitativi, gli appuntamenti di gruppo, le attività svolte con i volontari, la presentazione di elementi di storia della città favoriscono, integrati con la terapia psicologica e farmacologica, il riappropriarsi della propria salute mentale e del proprio ruolo nel contesto di vita".
I volontari, ricorda ancora Polselli, che è anche il coordinatore della commissione Salute mentale dell'Omceo Roma, "svolgono nei reparti di Psichiatria attività ludiche e di risocializzazione, organizzano dei giochi di società e portano del materiale (stampa e video) per parlare con i pazienti. In epoca pre-Covid si riusciva ad uscire, si organizzavano dei percorsi all'interno dell'ospedale. Il Santo Spirito è un ospedale antico e ci sono numerosi elementi di rilevanza storica. Qui- conclude- si potevano organizzare delle visite guidate".
Di volontari ospedalieri in Italia ce ne sono oltre 25.000 e ogni anno prestano 3.000.000 di ore di servizio assolutamente gratuito in ospedali e in molte altre tipologie di strutture territoriali.
(Red/ Dire)