Roma, 24 mag. - Meno di un'azienda ospedaliera su 5 in Italia raggiunge alti livelli di performance (17%), più della metà si attesta su un livello medio (60%), mentre più di una su 5 non conquista gli obiettivi da raggiungere (23%). Le Regioni che ottengono i risultati migliori sono cinque (Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Marche), mentre meno performanti sono quelle del centro-sud (Lazio, Campania Calabria e Sicilia). Sono questi, in estrema sintesi, i risultati emersi dal nuovo 'Modello di valutazione multidimensionale della performance manageriale nelle aziende ospedaliere pubbliche', che nel triennio 2019, 2020 e 2021 ha analizzato le attività di 30 aziende ospedaliere universitarie e 23 aziende ospedaliere. I dati sono stati presentati oggi da Agenas nel corso di una conferenza stampa che si è svolta presso la sede della Unioncamere a Roma. Ad illustrarli, la dottoressa Antonella Guerrieri, direttore Uoc Controllo di Gestione, Risultati economici SSR e Aziende sanitarie di Agenas, e la dottoressa Maria Pia Randazzo, responsabile Uosd statistica e flussi informativi sanitari di Agenas.
Nel 2019 (in epoca pre-Covid), intanto, il numero di aziende con alti livelli di performance era quasi il doppio rispetto al 2021, anche se dopo la pandemia tanti ospedali sono riusciti ad accelerare le prestazioni raggiungendo comunque gli obiettivi.
Nel 2019, nello specifico, 17 aziende ospedaliere hanno ottenuto un risultato medio complessivo della performance alto, però solo in 9 sono riuscite a mantenerlo tale nel 2021. Le aziende in questione sono tutte al centro-nord: in Piemonte l'Ao Ordine Mauriziano e l'Ao Santa Croce e Carle; in Veneto l'Aou integrata di Verona e l'Aou di Padova; in Emilia Romagna l'Aou di Bologna- Policlinico Sant'Orsola; in Toscana tre Aou, quella pisana, il Careggi e quella senese. Infine nelle Marche, l'Ao Ospedali riuniti Marche Nord. Al sud a perdere 'punti' sono state 4 aziende, che nel 2019 avevano alte performance. Non raggiungono invece buoni risultati 12 aziende ospedaliere che si trovano nel Lazio, in Campania, in Calabria e in Sicilia. Infine, sono 32 le realtà con un livello medio di performance, distribuite in quasi tutte le Regioni considerate.
Per la prima volta l'Agenas, come si legge in una nota, ha valutato nell'ambito delle aziende ospedaliere la capacità di raggiungere obiettivi assistenziali (esiti delle cure e accessibilità ai servizi) coerentemente con le risorse disponibili siano esse di tipo finanziario, professionale e tecnologiche. Successivamente la valutazione interesserà anche le aziende sanitarie territoriali. Un sistema di valutazione, spiega ancora l'Agenzia, previsto dalla Legge 31 dicembre 2018 n. 145 (Art. 1 comma 513) che assegna ad Agenas la realizzazione di un sistema di analisi e monitoraggio delle performance delle aziende sanitarie, con l'obiettivo di segnalare eventuali e significativi scostamenti relativi alle componenti economico-gestionali, organizzative oltre che della qualità , della sicurezza ed esito delle cure senza trascurare l'equità e la trasparenza dei processi.
La metodologia vede l'individuazione di cinque aree di performance e la suddivisione delle 53 aziende ospedaliere in due tipologie: aziende ospedaliere universitarie (30) e aziende ospedaliere (23). Inoltre, per entrambe le categorie, è stata prevista una differenziazione secondo il numero di posti letto disponibili, ovvero maggiore/minore di 700 posti letto. Le cinque aree di performance riguardano in particolare: l'accessibilità , la governance dei processi organizzativi, la sostenibilità economico-patrimoniale, il personale e gli investimenti.
(Red)