Roma, 18 mag. - Trasformare gli anziani in una risorsa per il Paese. Se ne parla da sempre ma ora, con una nuova proposta di legge, la 33/2023, potrebbe essere la volta buona. Come riuscirci? Abbattendo il muro che divide gli anziani dai giovani e quello che separa le politiche sociali dalla presa in carico sanitaria. Creando poi "una vecchiaia attraente", favorita dalla domiciliarità dell'eventuale cura. Ed infine incentivando la prevenzione, per fare in modo che gli anziani restino attivi.
Le linee guida della nuova normativa sono state presentate questo pomeriggio in un seminario organizzato dalla Asl Rm1 alla presenza, tra gli altri, del commissario straordinario della Asl Rm1, Giuseppe Quintavalle, di monsignor Vincenzo Paglia, di Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei Medici di Roma, Chiara Colosimo, deputata di Fdi, Leonardo Palombi, segretario della commissione per la riforma dell'assistenza agli anziani, Paolo Ciani, segretario di Demos e firmatario della legge, Francesco Zaffini, presidente della X commissione permanente Affari Sociali e Sanità, Barbara Funari, assessora alle Politiche Sociali del Comune di Roma, Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio regionale del Lazio, Paolo Petralia, vicepresidente Fiaso e del testimonial d'eccezione, l'ex campione di tennis, Nicola Pietrangeli.
Quali sono le novità della proposta di legge? A spiegarle è stato lo stesso Quintavalle. "Quello che si propone la legge è avvicinare il mondo degli anziani a quello dei giovani. Il testo propone discontinuità sul concetto di autosufficienza e non autosufficienza e introduce il concetto di fragilità. Quindi propone percorsi in continuità: dobbiamo sempre più fare in modo che gli anziani restino attivi e che diventino strumento di crescita per i giovani. In questo dobbiamo riconoscere loro il diritto di determinarsi in modo libero e autonomo. L'anziano diventa quindi attore principale della propria vita valutando tutti gli aspetti socio sanitari e la rete che lo circonda".
"Un altro elemento importante- ha proseguito Quintavalle- è la parola domiciliarità, che stravolge il concetto di ospedalizzazione forzata. Se ne parla da anni ma e ora di renderla realtà con una maggiore appropriatezza.
Ci sono altri luoghi dove continuare le cure. Ma per questo serve vicinanza, anche economica, e integrazione socio-sanitaria.
Bisogna poi creare reti lì dove mancano e dare una mano a tutti coloro che sono soli".
Quintavalle ha infine aggiunto: "Dobbiamo favorire qualsiasi intervento idoneo a costrastare la solitudine sociale e puntare sullo sport come strumento di prevenzione. Per ora abbiamo avviato una sperimentazione con numeri importanti, già oggetto di uno studio alla Regione Lazio. L'obiettivo è avviare sempre più sperimentazioni per arrivare a linee di intervento ad hoc. È logico che un disegno di legge da solo non basta. Ci vogliono poi i decreti attuativi ed è necessario trovare finanziamenti che si potranno reperire dai setting inappropriati oggi ancora presenti e che sono uno dei grandi mali della sanità".
"Dobbiamo creare un Paese dove i nostri anziani siano orgogliosi di essere vecchi- ha aggiunto Paglia- siano orgogliosi delle loro rughe. Ma per riuscirci dobbiamo non abbandonarli, non farli sentire una parte isolata. Nessun anziano deve essere più solo. Questa legge va in questa direzione".
(Red)