Roma, 31 lug. - "L'ultimo anno è stato drammatico per quanto riguarda la fuga dei medici dall'Italia: nel 2022 solo io ho firmato 522 Good standing, i certificati di 'onorabilità professionale' che consentono ai nostri colleghi di andare a lavorare all'estero. Se vogliamo fermare questa emorragia dobbiamo creare condizioni di lavoro adeguate come in altri Paesi europei. A cominciare dalla retribuzione". Così il presidente dell'Ordine dei medici Roma, Antonio Magi, durante un confronto avuto con il neo direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia, in particolare sulla valorizzazione del personale, il cosiddetto 'capitale umano'.
"Noi invece, per fare qualche numero, siamo il terzultimo Paese in Europa come stipendi, davanti solo a Portogallo e Grecia- ha aggiunto Magi- E la Spagna, che si trova subito prima noi, non è poi così vicina visto che offre circa 35mila euro in più all'anno rispetto all'Italia. Per non parlare del primo Paese, l'Olanda, che arriva a dare ai medici 220mila euro in più rispetto a noi. Quindi, la soluzione ai problemi della nostra sanità non è solo questione di aumentare il numero degli iscritti a Medicina, perché se poi non miglioriamo gli stipendi e la qualità del lavoro i giovani continueranno ad andare via. Noi pagheremo la loro formazione e gli altri Paesi si godranno poi i frutti del lavoro".
E per i medici che restano in Italia le cose non vanno certo bene. "Sono stati caricati di troppa burocrazia- ha spiegato Magi- Così si perde di vista l'attività principale, che è quella di dedicare il tempo necessario ai pazienti. E questo avviene dappertutto, negli studi dei medici di medicina generale- ha spiegato Magi- e nei poliambulatori delle Asl, dove il numero degli specialisti è sempre più ridotto e le liste d'attesa aumentano sempre di più. Ma succede anche negli ospedali e nei reparti, nei Pronto soccorso e nell'assistenza domiciliare. Oggi molti professionisti, a causa dell'attività burocratica a cui sono costretti, hanno difficoltà a essere più vicini al cittadino fragile".
Per non parlare delle aggressioni, ormai all'ordine del giorno. "Bisogna garantire a tutti gli operatori sanitari di lavorare nel massimo della tranquillità, non possono avere paura di essere aggrediti. Per questo non devono più essere lasciati soli, è importante che ci siano le forze dell'ordine a presidiare, anche per dare la sensazione della presenza dello Stato" ha aggiunto il presidente dell'Omceo Roma.
"Si è perso il rapporto fiduciario tra medico e paziente e non c'è più neanche quell'alleanza terapeutica che c'era nel combattere insieme la malattia. Quando il cittadino incontra l'operatore sanitario è come se quest'ultimo incarnasse tutte le disfunzioni strutturali e organizzative con cui magari ci si è trovati a fare i conti, e sfoga la sua rabbia. Questo non è più tollerabile" ha concluso Magi.
(Cds/Dire)