Roma, 17 lug. - Nel triennio 2019-2021 sono state 4.821 le aggressioni agli operatori sanitari registrate dall'Inail. Un numero che secondo Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei medici di Roma, "è sottostimato" perché "in realtà- dice- se ne verificano almeno quattro volte tante". Il tema è stato affrontato a 'Uno Mattina Estate', su Rai 1.
Ma perché tanti episodi? Secondo il presidente dei camici bianchi capitolini "si è rotta l'alleanza medico-paziente, ossia- ha spiegato- è venuto meno il fatto di comprendere che il medico è lì per aiutare chi ne ha bisogno. Le situazioni di contrasto si creano spesso quando c'è un sovraffollamento delle strutture, con problemi di tipo organizzativo: i medici sono pochi, hanno tempi stretti per intervenire, i pazienti sono molti e le attese si allungano".
Dinamiche in cui gioca un ruolo importante anche la medicina territoriale che "in questo periodo è stata abbandonata- continua Magi- Proprio i medici di medicina generale e gli specialisti ambulatoriali, che oggi sono mancanti, potrebbero infatti fare da filtro tra il paziente e il Pronto soccorso, evitando che vada in ospedale anche chi non ne ha bisogno. Questo filtro è importantissimo per evitare il sovraffollamento delle strutture ospedaliere".
Fino a poco tempo fa, poi, le denunce da parte dei medici erano pochissime "perché spesso i professionisti, seppur aggrediti, preferivano non procedere, proprio in virtù del rapporto che hanno con i pazienti- continua Magi- Oggi però la normativa è cambiata e c'è la procedibilità d'ufficio, il datore di lavoro ha l'obbligo di denunciare se avviene un'aggressione. Questo- conclude Magi- è importante per intervenire sul problema nella maniera più corretta e tentare di arginarlo".
(Magi nello studio di 'Uno Mattina Estate')
(Red)