Roma, 6 feb. - "Il nuovo atto di indirizzo, la base per l'accordo dei medici pediatri ci lascia piuttosto perplessi per numerosi motivi. L'aspetto parzialmente positivo è che ci sarà una parte di arretrati dal 2019 al 2021, oltre al 2022 e '23, dopo che saranno siglati i contratti, ma più richiesta di assistenza al cronico, vaccinazioni, Aft e Uccp con copertura dalle 8 alle 20 turnando con gli altri studi, a regime per il 2021 ci saranno 3,7 euro anno a paziente, 2,01 per il 2020 ed 1,3 per il 2019". Lo scrive in una nota la Federazione Cipe-Sispe-Sinspe.
"Con una inflazione ufficiale al 10-12% questi aumenti ci sembrano veramente ridicoli e non fanno recuperare neanche l' inflazione ufficiale che fra l'altro è ben più bassa rispetto a quella reale che viaggia almeno al 25%. Contestualmente- continua la nota- per il medesimo settore, a conferma di quanto definito nel vigente Acn, la contrattazione esiterà un massimale pari a 1.000 assistiti che includa indifferentemente tutte le scelte, ordinarie ed in deroga, quindi nulla di nuovo sotto il sole, ma si dimentica l'enorme diversità di massimali con regioni che lo hanno mantenuto secondo normativa a 880 e regioni invece che da anni lo hanno portato arbitrariamente a 1.600, a 1.400, a 1.200 ecc".
"Si vuole rivedere- evidenziano i pediatri- il rapporto ottimale che verrà variato considerando anche i bambini in carico nella fascia 7-14 anni, detratti quelli in carico ai medici di medicina generale. Due cose non ci convincono, la prima dove troveremo i pediatri da inserire con il nuovo calcolo poiché alzando il numero dei pazienti su cui basare il calcolo, considerando anche quelli della fascia 7-14 anni, vi saranno tante zone carenti in più che andranno regolarmente lasciate deserte, già ora tantissime restano deserte per anni, inoltre a causa di questo esubero di zone carenti inutili si verificherà un trasloco massiccio di pediatri verso i grandi centri grazie all'esubero di zone carenti che si troveranno disponibili, che causerà inevitabilmente il deserto di assistenza in periferia e nei piccoli e medi comuni".
"L'altra perplessità- continua la nota- che non ci convince è che nella stessa fascia 7-14 anni i bambini in carico ai medici di medicina generale non vengono colcolati nel loro rapporto ottimale, creando una disparità palese di trattamento fra due categorie afferenti alla stessa medicina del territorio. Infatti la dicitura dell'atto di indirizzo stranamente specifica che per quanto riguarda la pediatria di libera scelta, al fine di rendere l'individuazione degli ambiti carenti più aderenti al numero di assistibili presenti nell'ambito stesso, l'Acn dovrà rivedere il sistema di calcolo del rapporto ottimale tenendo conto degli assistibili 0-14 decurtati degli assistiti 7-14 già in carico ai medici del ruolo unico di assistenza primaria(quindi ai medici di medicna generale). E quelli in carico ai medici di medicina generale nella stessa fascia 7-14 anni perché non dovrebbero essere calcolati?".
"Il punto sulle Aft, già in funzione in alcune regioni, riporta una dicitura nebulosa e difficile da attuare nella pediatria del territorio... Tutti i medici del ruolo unico di assistenza primaria e i pediatri appartenenti all'Aft garantiscono l'assistenza a tutti gli assistiti dalle ore 8 alle ore 20, sette giorni su sette, con alternanza articolata dell'apertura degli studi ovvero presso la sede di riferimento della Aft. Solo che i pediatri sul territorio sono solo il 10% dei medici rispetto ai medici di medicina generale- osserva la Federazione- e pertanto come potranno assicurare lo stesso servizio per le stesse ore e per gli stessi giorni? Si dovrà garantire con turni al massacro?" "Ci saremmo aspettati parole importanti sulla libertà di rappresentanza sindacale che è stata distrutta dall'attuale Acn che ha creato la dittatura sindacale in uno stato in cui il diritto di rappresentanza è costituzionalemnte previsto ed è invece stato cancellato dall'attuale Acn- conclude la nota- Sul diritto di rappresentatività nell'attuale Acn vi sono in itinere diversi ricorsi al tribunale del lavoro e al garante per la concorrenza che si esprimeranno a breve. Vedremo cosa ne pensano i giudici in merito".
(Red)