Roma, 15 set. - "Siamo di fronte ad una sfida globale, così come globale è stato dover affrontare la pandemia. Qui non si tratta semplicemente di elementi di innovazione tecnologica, ma siamo di fronte a un nuovo ecosistema, un ecosistema digitale dove bisogna collocare al centro il paziente, il cittadino". Lo ha detto, collegato in videoconferenza, l'assessore alla Sanità della regione Lazio, Alessio D'Amato, in occasione dell'evento-dibattito regionale 'Aziende smart: l'approccio sistemico alle prestazioni in telemedicina nella loro nuova semantica e proattività ', presso l'Aula Magna Università degli Studi della Tuscia, a Viterbo.
"Un nuovo ecosistema- ha continuato- che ha bisogno di tante infrastrutture digitali nel nostro Paese, un ecosistema in cui c'è bisogno di una grande formazione, sia dei professionisti che degli utenti. Un ecosistema in cui c'è bisogno di multidisciplinarità , perchè oggi erogare le prestazioni, e lo abbiamo visto durante il Covid, necessita di un lavoro di squadra".
"Penso a tutto ciò che riguarda le nuove tecnologie- ha poi aggiunto- tutto ciò che riguarda l'ingegneria clinica, la fisica. Abbiamo bisogno di mettere assieme queste professioni e questo è il compito, ad esempio, delle Università ".
"E' un po' come quando dalla telefonia a gettone si è passati a telefonia moderna che conosciamo oggi: questo è quello che sta accadendo in sanità . E- ha tenuto a sottolineare D'Amato- sta accadendo anche con una maggiore velocità . Fino a qualche anno fa era difficile superare logiche di silos, oggi abbiamo visto come non solo ciò debba essere possibile ma anche reso necessario se vogliamo fare passi in avanti".
"Siamo in un momento- ha inoltre affermato l'assessore- in cui deve esserci un generale impegno da parte di coloro che saranno chiamati a governare l'Italia a considerare il Sistema sanitario come elemento di ricchezza del Paese e non come fonte di spesa".
D'Amato, che ha chiesto che nel Servizio sanitario si entri solo con contratti di lavoro a tempo indeterminato e la fine della stagione del precariato, si è infine soffermato sul "riconoscimento sociale ed economico dei nostri medici, dei nostri infermieri, che sono tra coloro che hanno la maggior professione e un minor riconoscimento a livello europeo. Abbiamo bisogno di mettere in campo almeno un punto e mezzo di Pil per adeguare il Fondo sanitario nei prossimi anni", ha concluso.
(Red)