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Epatiti pediatriche, esperti: "Nessun allarme, in Italia 34 casi"
Roma, 30 giu. - Il misterioso aumento di casi di epatite acuta a eziologia sconosciuta verificatosi, a partire da aprile, in età pediatrica resta a tutt'oggi un mistero. Tante le ipotesi in campo, poche le risposte. Una buona notizia, però, c'è: "La situazione sembra essersi stabilizzata a un livello base che sembra non destare preoccupazione. Da fine maggio a inizio giugno i numeri sono scesi e sembrano essere in via di autolimitazione". A rassicurare sono Giuseppe Indolfi, pediatra ed epatologo dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer di Firenze, oltre che membro del gruppo di lavoro sulle epatiti della Società italiana di pediatria (Sip); Massimo Galli, già direttore del reparto malattie infettive dell'Ospedale Sacco di Milano e Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione sanitaria presso il ministero della Salute, intervenuti a un webinar sul tema organizzato da Etica, Ente del Terzo Settore che supporta e realizza progetti socialmente utili nella difesa dei diritti umani e civili, in particolare a favore dei bambini.
Secondo gli ultimi dati dell'Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) i casi in Europa sono 450 di cui 262 nel solo Regno Unito. Dei 450 totali il 73% è guarito senza complicanze, il 31% ha avuto bisogno della terapia intensiva e l'8,4% di un trapianto di fegato. "In Italia abbiamo avuto 75 segnalazioni- spiega Rezza- 8 delle quali sono state escluse perché non aderivano ai criteri, 33 sono state classificate come 'sospese' (non tutti i centri erano in grado di escludere altre forme di epatiti come ad esempio la E) e 34 casi sono stati definiti come 'probabili'".
"I numeri sono in linea con quelli registrati gli altri anni- ribadisce Indolfi- dunque al momento non c'è alcun allarme".
L'epatologo sottolinea che "le epatiti acute a eziologia sconosciuta non sono nuove, le abbiamo sempre avute- dice Indolfi- quello che ha destato attenzione è la stata variazione epidemiologica nel Regno Unito dove effettivamente c'è stato un aumento di casi e di trapianti di fegato, così come nel 2022 si è registrato un aumento di pazienti inseriti in lista per il trapianto anche in Olanda e Polonia. I numeri dell'Ecdc, però, sembrano supportare l'analisi che il problema sia stato prevalente, se non quasi esclusivamente, in Inghilterra".
Rassicurazioni arrivano anche dagli Usa. "Un'analisi condotta dal Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie di Atlanta fa vedere come, a partire dal 2019, non ci sia stato alcun incremento significativo delle ospedalizzazioni dei bambini, né per la fascia 0-4 anni, né in quella 5-11 anni- spiega Galli- dunque non è stato messo in evidenza un elemento che vada nella direzione di nuova malattia con andamento epidemico importante".
"Di certo nel Regno Unito qualcosa è successo- evidenzia Rezza- perché un aumento del numero di trapianti di fegato tra bambini è un segnale di allerta".
Per l'Ecdc l'ipotesi principale continua a essere quella che "un cofattore che colpisce i bambini piccoli che hanno un'infezione da Adenovirus, che sarebbe lieve in circostanze normali, scateni un'infezione più grave o un danno epatico immuno-mediato. Altre eziologie (es. altri agenti infettivi o tossici) sono ancora oggetto di studio- scrivono i ricercatori- e non sono state escluse ma sono considerate meno plausibili. La patogenesi completa della malattia non è ancora chiara".
"Oggi riusciamo a fare solo delle ipotesi- continua Galli- senza avere elementi di certezza. Si è parlato anche di una correlazione tra infezione pregressa e recente da Coronavirus ed epatiti pediatriche ma le chiacchiere stanno a zero. Ad esempio è stato pubblicato su 'International Journal of Infectious Diseases', uno studio di tre colleghi di Kyoto che prospetta una relazione tra la quantità di infezioni da Omicron e l'osservazione di queste epatiti nel bambini ma la distinzione che viene fatta tra i paesi difficilmente può essere considerata di per sé elemento dirimente. In molti paesi in cui la situazione è stata più favorevole, infatti, ci sono problemi sia nell'efficiente registrazione di casi di epatite sia in quella di casi di Omicron, dunque è rischioso trasformare in dato reale quella che rimane un'ipotesi".
Così come per Galli è azzardata l'ipotesi pubblicata su Lancet Gastroenerology & Hepatology che ipotizza come "la persistenza nel tratto gastrointestinale di Sars-CoV-2, in bambini precedentemente infettati, potrebbe aver determinato un rilascio di proteine attraverso l'epitelio intestinale con l'attivazione di una risposa immunitaria e questo potrebbe aver mediato, nel contesto, della proteina 'spike' di Sars-CoV-2, ad una risposta simile a quella dell'enterotossina dello stafilococco che può sollecitare in modo esteso l'attivazione non specifica delle cellule T. Ma- evidenzia l'esperto- mancano diversi elementi per poter trasformare l'ipotesi in qualcosa che effettivamente ha significato trasferibile alle conoscenze corrette".
Per Galli è una "forzatura" anche l'ipotesi che tre mesi di lockdown abbiano potuto indebolire il sistema immunitario.
L'unica certezza per gli esperti è che sia assolutamente da escludere qualunque correlazione tra le epatiti e il vaccino anti-Covid 19 perché la maggior parte dei bambini colpiti "ha meno di 5 anni- evidenziano- una fascia d'età per cui la vaccinazione non è ancora disponibile".
(Red)
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PRESIDENTE Antonio Magi |
VICE-PRESIDENTE Stefano De Lillo |
SEGRETARIO Cristina Patrizi |
TESORIERE Guido Coen Tirelli |
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CONSIGLIERI MEDICI |
Musa Awad Hussein |
Emanuele Bartoletti |
Vincenzo Bianco |
Gianfranco Damiani |
Aldo Di Blasi |
Marina Di Fonso |
Luisa Gatta |
Valentina Grimaldi |
Andrea Isidori |
Ivo Pulcini |
Maria Grazia Tarsitano |
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CONSIGLIERI ODONTOIATRI |
Nicola Illuzzi |
Giuseppe Marzo |
Giovanni Migliano |
Brunello Pollifrone |
Sabrina Santaniello |
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COMMISSIONE ODONTOIATRI |
PRESIDENTE Brunello Pollifrone |
VICE-PRESIDENTE Sabrina Santaniello |
SEGRETARIO Giovanni Migliano |
Claudio Arcuri |
Francesco Carpenteri |
Antonio D'Apolito |
Nicola Illuzzi |
Rebecca Jewel Manenti |
Giuseppe Marzo |
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COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI |
PRESIDENTE Leonardo Carletti |
REVISORE EFFETTIVO Alfredo Cuffari |
REVISORE EFFETTIVO Antonio Manieri |
SUPPLENTE Giovanni Carnovale |
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