Roma, 22 nov. - "E' fondamentale ragionare in termini di fabbisogni reali, è un esercizio da cui non si può prescindere ma su cui si è lavorato poco, a partire dalla programmazione prima della pandemia". Lo afferma Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei medici di Roma, intervenendo al convengo 'Determinazione dei fabbisogni di specialistica ambulatoriale', organizzato da Agenas.
"Già 20 anni fa- spiega Magi- iniziammo a discutere della specialistica e del suo fabbisogno, e realizzammo una mappa degli specialisti, dei pazienti sul numero di abitanti e con il coefficiente di domanda medica: un sistema per misurare i fabbisogni, cercando di definire così un modello. Individuammo 36 indicatori, a partire da quelli demografici, e ci specializzammo sulla specialistica extra ospedaliera".
"Il modello scientifico su cui lavoravamo- prosegue Magi- era particolare, ante-litteram: la caposala a fine anno faceva incetta di agende delle società farmaceutiche per capire quali farmaci e quali specialisti, all'epoca non c'era il Cup, quindi questa era una raccolta di dati di prossimità. Si calcolavano così dei fabbisogni di prossimità. Il Pnrr in questo senso vuole portare il fabbisogno di prossimità dei pazienti- sottolinea- Ed oggi questo si può fare mettendo in rete i dati, ragionando anche sull'utilità dei Cup, forse non più attuali perché ad un paziente viene dato un appuntamento dall'altro capo della città ma non conosciamo il fabbisogno della sua zona e della zona dove si reca in visita. Questo significa andare a toccare anche il discorso sulle liste di attesa. Ma noi vogliamo veramente ridurle queste liste? Con le case di comunità il problema si crea, perché queste case bisogna riempirle di specialisti e serve che siano diversi e che coprano la presa in carico del paziente sotto ogni punto di vista", conclude.
(Red)