(DIRE) Roma, 7 mag. - "Il rapporto binario tra diabete e malattia parodontale, durante gli ultimi decenni, ha suscitato un approfondimento da parte della comunita' scientifica delle ipotesi fisiopatologiche di tale associazione. Per parodontite intendiamo quel gruppo di patologie che portano alla distruzione irreversibile dei tessuti di sostegno del dente ed e' ormai accertata la prevalenza delle parodontiti nei soggetti diabetici tipo I, tipo II e tipo IV. La parodontite e' anche un'importante complicanza del diabete, con un rischio per il soggetto diabetico di ammalarsi di 2/3 volte maggiore rispetto ad un soggetto sano. Anche le donne durante la gravidanza, se affette da diabete, hanno un rischio di soffrire di parodontopatia 10 volte superiore rispetto a chi mantiene normali livelli glicemici". A spiegarlo e' la presidente di Andi Roma, Sabrina Santaniello, nel corso di un'intervista rilasciata alla Dire.
"Il meccanismo attraverso il quale il diabete favorisce l'insorgenza delle parodontiti non e' ancora perfettamente chiaro- prosegue Santaniello- tuttavia un ruolo chiave sembrerebbe essere giocato da principi attivi prodotti dal tessuto adiposo e l'insulino resistenza ad esso correlata.
Infine, evidenze scientifiche dimostrano che i soggetti diabetici non compensati sono i piu' suscettibili ad ammalarsi di parodontite, in quanto il diabete ne altera le difese immunitarie e la risposta infiammatoria con una produzione elevata di citochine, modificata omeostasi del collagene e della modalita' di guarigione dei tessuti conseguente alle alterazioni vascolari. È anche acclarato che la terapia parodontale e la corretta igiene orale, non solo determinano il miglioramento della situazione orale soprattutto nel soggetto diabetico, ma contribuiscono anche al raggiungimento di un miglior controllo della glicemia".
Grande importanza, inoltre e' da attribuire "agli stili di vita, alle abitudini voluttuarie (principalmente fumo e alcol) che determinano un peggioramento dello stato di salute generale del paziente- sottolinea la presidente di Andi Roma- aumentando cosi' il rischio di sviluppo di parodontopatie che, nel soggetto diabetico, decorrono in modo piu' grave e repentino". Sulla base di queste considerazioni, dunque, appare "evidente che l'odontoiatra possa svolgere un ruolo importante, non solo nella tutela della salute orale del soggetto diabetico, ma anche nella collaborazione sul counseling per la promozione di stili di vita appropriati e nella diagnosi di diabete nel soggetto non consapevole della propria malattia", conclude Santaniello.
(Cds/ Dire)