Roma, 18 giu. - "Si stima che in Italia manchi circa il 30% di medici d'urgenza rispetto alle reali necessità ". E' quanto ha affermato il Dott. Beniamino Susi, Consigliere nazionale SIMEU (Società Italiana della medicina di emergenza-urgenza) e responsabile dei rapporti con le Regioni, intervenuto nella trasmissione "Una Mela al giorno" condotto da Roberta Sias su Cusano Italia Tv.
"Non si può colmare la carenza di medici d'urgenza pescando operatori a caso dalle cooperative di cui non conosciamo esperienza, formazione e livello di riposo- ha dichiarato Susi- Le cooperative non sono obiettivamente molto diverse dalle agenzie cui rivolgersi, ad esempio, per usufruire del servizio di badanti e/o baby sitter e assicurano in quelle ore e in quella struttura la copertura del turno, senza troppo badare al tipo di professionista disponibile. Che sia il dottor X o il dottor Y, quale ne sia l'esperienza, la formazione e anche il livello di riposo, poco importa. Si rende un servizio nelle ore indicate. E questa è la via più comoda per ovviare ad un problema immediato e serio, ma è una scelta non scevra di criticità sia economiche che organizzative, oltre che cliniche e non ultime rispetto quanto legato alla sicurezza".
"Non c'è stata una soluzione politica, è stato lasciato un buco da far risolvere alle Regioni e alle aziende: ognuno ricorre alla via più facile- ha aggiunto Susi- la nostra categoria è stata la prima porta di accesso, il primo muro contro il Covid 19. Ci ritroviamo esposti a ogni forma di pericolo senza una protezione: prima il posto di polizia era h 24, ora è molto difficile averlo anche dalle 8 alle 14. Di notte siamo abbandonati a noi stessi. Per non parlare delle denunce contro operatori del servizio, per molte persone diventa una bancomat l'azienda sanitaria, ed essere soggetti a procedimenti di 10-15 anni, per poi essere assolti è pesante".
(Red)