(DIRE) Roma, 10 giu. - "Una gestione caotica della campagna vaccinale come è stata sino ad oggi, con difformità di compensi per i medici vaccinatori e poca chiarezza sul concreto coinvilgimento dei medici di famiglia, nonostante gli accordi siglati, non è più tollerabile". Lo dice alla Dire Cristina Patrizi, responsabile regionale Area convenzionata dello Smi, annunciando che il Sindacato Medici Italiani ha chiesto un tavolo nazionale per chiedere chiarezza, soprattutto perché "vogliamo capire cosa dovremo fare quando gli hub dovessero essere 'rivisitati'. Certamente il nostro sindacato- aggiunge Patrizi- non si presterà a nessuna operazione che non sarà chiara e d'aiuto ai medici di medicina generale".
Oltre alla "miriade di diverse organizzazioni messe in campo nelle 22 regioni, con professionisti che svolgono stesse funzioni e attività ma con retribuzioni completamente diverse" che ha creato "una situazione irregolare forse anche dal punto di vista giuridico", Patrizi denuncia poca trasparenza nella comunicazione ai medici da parte di alcune amministrazioni. "Il ruolo dei medici di famiglia viene sbandierato come essenziale, poi ci trattano come l'ultima ruota del carro", afferma la responsabile Smi riportando l'esempio del Lazio, dove "si è sostanzialmente impedito ai medici di assistenza primaria, ossia i medici di famiglia, di partecipare agli hub, nonostante negli accordi regionali e nazionali fosse prevista tale opzione. E nonostante i medici stessi abbiano espresso la propria volontà di aderire alla campagna vaccinale con tale modalità. Fin ora non è stato consentito praticamente a nessuno, salvo alla fine, questione di questi ultimi giorni, consentirlo con quello che gli accordi prevedevano, cioè a 6,16 euro a vaccinazione".
(Fla/ Dire)