Roma, 25 gen. - Sclerosi laterale amiotrofica (Sla). Nota anche come malattia dei motoneuroni perche' causa una graduale perdita di queste cellule che impartiscono ai muscoli il comando del movimento. È una malattia degenerativa che porta progressivamente alla paralisi e al decesso del paziente entro pochi anni dalla comparsa dei sintomi. Il decorso non e' pero' uguale in tutti pazienti, e fino a oggi, le basi molecolari che potessero spiegarlo erano sconosciute: molti biomarcatori sono stati descritti per diverse patologie neurodegenerative, ma per nessuno di loro era stata riscontrata una specifica correlazione con la Sla.
Ora, il lavoro sinergico di diversi centri di ricerca clinica, coordinato da Antonio Musaro' e Irene Bozzoni, della Sapienza Universita' di Roma e del laboratorio dell'Istituto Pasteur-Italia, ha portato a identificare i potenziali biomarcatori prognostici della Sla. Si tratta di molecole di microRna (miRna) che non contengono informazioni per la formazione di proteine, ma che spesso risultano alterate in alcune condizioni patologiche e che possono anche essere rilasciate nel sangue.
In questo studio, pubblicato su Cell Death Discovery, sono stati selezionati e analizzati quantitativamente, ogni tre mesi durante la progressione della malattia, cinque miRNA. I risultati hanno mostrato che queste molecole sembrano essere predittive del decorso della malattia. "Il nostro studio e' il primo a quantificare i miRNA circolanti nei pazienti con Sla e a farlo durante la progressione della malattia permettendo cosi' di dare un significato prognostico a tre delle cinque molecole studiate - spiega Antonio Musaro' - e rappresenta una base da cui partire per mettere a punto dei test sierologici per la valutazione di queste molecole nelle persone affette da Sla".
"Un'ottima integrazione di competenze tra ricerca e clinica" aggiunge Irene Bozzoni.
"Quantificare i livelli di queste molecole - continua Musaro' - potrebbe essere un valido aiuto per la gestione clinica di questi pazienti. I microRNA che abbiamo analizzato sembrano essere la firma molecolare della SLA e l'uso dei loro livelli sierici per suddividere i pazienti secondo aggressivita' e velocita' di progressione della malattia potra' servire ad arruolarli nei trial clinici in modo piu' preciso, proprio in relazione a una specifica firma molecolare".
Lo studio e' stato parzialmente supportato da Fondazione Roma, Asi, AriSla, Erc e dai progetti dei centri di ricerca coinvolti.
(Red)