Roma, 20 dic. - Aumento di insonnia, ansia e depressione, riduzione dell'attività fisica e difficoltà nell'accesso alle cure. Questa la nuova normalità post-Covid per l'universo degli over 65, secondo quanto emerge da un'indagine condotta da Senior Italia FederAnziani. Una normalità dominata ancora dalla paura del virus che non viene meno, e invita a non abbassare la guardia neanche dopo la vaccinazione. A temere ancora il Coronavirus, infatti, è il 63,3% delle persone intervistate nell'indagine. Tra queste vi è un 6,8% che ha dichiarato di averlo contratto in passato, mentre il 29,9% del campione ha perso persone care, parenti o amici proprio a causa del virus. Quanto alla vaccinazione, il 67,2% ha completato il ciclo vaccinale e il 29,4% dopo averlo completato ha fatto anche la terza dose o è in attesa di farla. Resta solo un 2,3% che ha fatto solo la prima dose e un 1,1% che non si è vaccinato.
La nuova normalità del periodo della pandemia si traduce in importanti cambiamenti nelle abitudini e negli stili di vita della popolazione senior, con nuove criticità da affrontare: tra queste la difficoltà di entrare in contatto con medici, specialisti, ospedali ambulatori per il 18,1%.
Secondo l'indagine, poi, si dorme meno di prima per il 22,6%. Di vera e propria insonnia soffre il 15,3% del campione. Non a caso è aumentato il consumo di farmaci per i disturbi del sonno per l'8,5% degli intervistati. Soffre di ansia a seguito della pandemia il 14,7%, e il consumo dei relativi farmaci è aumentato per il 5,1% del campione; soffre di depressione il 4,5% e il consumo di farmaci per il disturbo dell'umore è più alto che nel periodo pre-pandemico per il 2,8% dei rispondenti.
Complessivamente, dopo questo periodo di pandemia, ha notato complicazioni o peggioramenti nello stato di salute il 12,4% degli intervistati, mentre il 6,2% ha avuto la diagnosi di una nuova patologia. Oltre la metà degli intervistati (52%) è affetta da patologie croniche, ovvero cardiovascolari (48,9%), reumatologiche (25%), oculistiche (22,8%), metaboliche (20,7%), pneumologiche (13%), neurologiche (4,3%), oncologiche (10,9%), legate al Covid (3,3%).
A fronte di un peggioramento nella salute collettiva, e a causa delle liste d'attesa più lunghe che nel periodo precedente la pandemia, sono diventati più difficili di prima i rapporti con il Servizio Sanitario Nazionale, con il 55,4% del campione che ha avuto più difficoltà che rispetto al passato a prenotare visite specialistiche o esami diagnostici.
Elevata è la percentuale di quelli che hanno trovato complicato fare visite ed esami programmati ma che erano stati spostati o cancellati a causa del Covid: uno su tre (35,6%) ci è riuscito ma con gravi difficoltà e ritardi, il 7,9% non c'è quasi mai riuscito, il 4,5% sta ancora aspettando di essere richiamato mentre uno su 100 è riuscito ad avere una visita grazie al servizio di Senior Italia FederAnziani Pronto Senior Salute attivato proprio per chi ha difficoltà ad ottenere appuntamenti entro i termini previsti dal Piano Nazionale per le liste d'attesa.
(Comunicati)