Roma, 16 dic. - "Nel 2020 in tutta Europa, Italia compresa, si è registrata una netta riduzione del numero di zoonosi". Il calo, spiega il nuovo report dello European Union One-Health Zoonoses di EFSA ed ECDC appena pubblicato e coordinato dall'Istituto superiore di sanità, è "principalmente da attribuirsi all'impatto della pandemia Covid-19", che avrebbe drasticamente ridotto la domanda di assistenza sanitaria durante la pandemia per la cura delle malattie zoonotiche, limitandola ai casi più gravi, ma anche attraverso le limitazioni a viaggi ed eventi, la chiusura dei ristoranti, il distanziamento sociale ed il miglioramento delle condizioni igieniche e della disinfezione delle mani.
Il dato più significativo che emerge dal Report EUOHZ 2020 è stata la netta riduzione del numero di casi di malattia registrati in UE per tutte le zoonosi (ad eccezione della trichinellosi) e del numero di focolai epidemici di origine alimentare "passati da oltre 5mila nel 2019 a 3.086 nel 2020, con un dimezzamento dei casi coinvolti". Rispetto al 2019, la riduzione dei casi di malattia è stata pari a "oltre il 20% per tutte le zoonosi ad eccezione della listeriosi (-14%), delle infezioni da Escherichia coli produttore di Shigatossina (-18%) e della yersiniosi (-13%) ed al netto delle differenze legate all'uscita del Regno Unito dalla UE".
In Italia nel 2020 la zoonosi maggiormente segnalata è stata la salmonellosi, con "2.626 casi (3.256 nel 2019), seguita dalla campilobatteriosi che ha interessato 1.618 individui (1.433 nel 2019) e listeriosi, segnalata in 147 casi (202 nel 2019). I focolai epidemici di malattie a trasmissione alimentare registrati in Italia erano 70 nel 2020 (135 nel 2019) e i casi coinvolti 550 (1.472 nel 2019)".
Attraverso i dati raccolti nel 2020, il report traccia il quadro epidemiologico delle zoonosi nei Paesi della UE, attraverso un approccio One-Health basato sull'analisi e interpretazione dei dati relativi ai casi nell'uomo, negli animali e negli alimenti, delle zoonosi considerate prioritarie (Campylobacteriosi, Salmonellosi, Listeriosi, Tubercolosi, Brucellosi, Trichinellosi, Echinococcosi) e non prioritarie (Rabbia, Yersiniosi, Febbre Q, West Nile, Tularemia, Toxoplasmosi). Il report dedica inoltre un ampio capitolo alla descrizione dei focolai epidemici di malattia a trasmissione alimentare, descrivendone le cause, gli alimenti coinvolti ed il contesto in cui si verificano.
Nella stesura del documento l'Istituto ha avuto un ruolo "da protagonista, coordinando le attività di un team di oltre 60 esperti impegnati nella produzione del report EUOHZ che l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e il Centro Europeo di controllo delle malattie (ECDC), hanno esternalizzato per la prima volta nel 2021, affidandolo al Consorzio ZOE (Zoonoses under a One health perspective in the EU)". Oltre all'Iss, che ha contribuito con 25 esperti, fanno parte del consorzio ZOE anche l'Istituto Zooprofilattico dell'Abruzzo e Molise (IZSAM), capofila del consorzio, l'Istituto Zooprofilattico delle Venezie, l'Istituto Zooprofilattico della Lombardia ed Emila Romagna e l'Agence nationale de sécurité sanitaire de l'alimentation, de l'environnement et du travail (Anses).
(Red)