Roma, 2 apr. - Appello unitario dei sindacati dei medici del Lazio (Anaao Lazio, Anpo-Ascoti-Fials Medici Lazio, Cgil Fp Medici, Cimo Lazio, Cisl Medici Lazio, Fimmg Lazio, Sumai Lazio e Uil Fpl Medici) contro la sospensione delle "attivita' chirurgiche in elezione" e la gestione delle liste d'attesa nell'ambito delle strutture sanitarie "anche private accreditate". La richiesta e' arrivata il 31 marzo con un nota della Direzione regionale Salute che inoltre, proclamando lo scenario di "rischio 4", impone ai soli principali ospedali pubblici di "completare l'attivazione dei posti letto previsti" per la gestione dei pazienti Covid. Per i sindacati, "tale misura, ancorche' apparentemente logica, non potra' non determinare ulteriori difficolta' drammatiche, sopportate dagli operatori sanitari e dai pazienti degli Ospedali citati da oltre. un anno. Va sottolineato che questi ospedali sono riusciti ad assicurare fino ad oggi oltre all'assistenza covid di competenza, anche la non facile ripresa delle attivita' assistenziali per le altre patologie, peraltro trascurate per necessita' da lungo tempo".
Per i sindacati va considerata la sospensione del provvedimento "in ragione del report delle curve epidemiologiche risultanti al 29 marzo scorso, dove non si e' tenuto conto di quanto sta accadendo nelle ultime 72 ore in cui, dopo circa un mese, finalmente i report ci informano di una netta inversione delle curve relative alla occupazione dei posti letto dei pazienti ricoverati per Covid, sia in terapia intensiva che in ricovero ordinario".
Per i medici il rischio e' di commettere "il grave errore di ostacolare l'estremamente faticoso riavvio delle attivita' dei Presidi portanti dell'ospedalita' romano-laziale proprio in un momento in cui cio' potrebbe non essere piu' necessario".
Per questa ragione i sindacati hanno chiesto alla Regione una "prudente" sospensione "di almeno 72 ore" del provvedimento "al fine di verificare la sua reale necessita' e per scongiurare di procrastinare ancora il sostanziale "abbandono e/o disinteresse" verso le cure relative alle altre patologie non covid". A tale proposito le scriventi oo.ss bocciano la non utile indicazione di gestire le liste d'attesa per gli interventi chirurgici di elezione avvalendosi delle "altre strutture anche private accreditate", in quanto "si e' gia' recentemente rivelata un'indicazione non solo non praticata perche' difficilmente applicabile ed anche poco logica".
(Red)