Roma, 27 ott. - "È sbagliato parlare di seconda ondata, siamo ancora nella prima e grande ondata e non bisognava rilassarsi a luglio e agosto". Cosi' l'associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) e L'Unione medica euro Mediterranea (UMEM) e il Movimento internazionale Transculturale interprofessionale Uniti per Unire(UXU) intervengono sulla seconda ondata contagi, ribandendo il loro impegno in Italia e nei 72 paesi.
"Per combattere il Coronavirus- dichiara Foad Aodi, presidente Amsi e UMEM e membro del registro esperti Fnomceo- oltre alla carenza di infermieri e bisogna affrontare la questione dei precariati, specializzandi e dei medici stranieri altrimenti si creano file al pronto soccorso e si trascurano tutti gli altri pazienti che da mesi aspettano cure e interventi perche' ricordiamo a tutti non si muore solo di Covid 19. La politica deve prendersi le proprie responsabilita' una volta per tutte e affrontare la questione della sanita' italiana con serieta' e programmazione e soluzioni immediate. All'Amsi giungono tutti i giorni richieste di specialisti, infermieri ed ormai sono piu' di 1550 da marzo 2020 da tutte le regioni sia dalla sanita' pubblica che privata maggiormente da Lombardia, Veneto, Lazio, Campagna, Emilia Romagna e Sardegna).
Inoltre, prosegue il presidente Amsi, "bisogna garantire la sicurezza a tutti i professionisti della sanita' e tutelare i loro diritti e combattere le aggressioni nei loro confronti e l'invasione di campo nella sfera delle loro competenze (Diagnosi e Terapia). Infine in tanti paesi nel mondo sta passando il concetto della grande ondata che sta attraversando la sua quarta fase ed e' sbagliato aver fatto passare che la prima ondata era finita a luglio ed eravamo in attesa di una eventuale seconda ondata cosi' ha provocato un rilassamento generale".
(Comunicati)