(DIRE) Roma, 14 ott. - Il legamento crociato anteriore, di cui sentiamo parlare molto spesso perche' la sua rottura e' uno dei traumi sportivi piu' comuni soprattutto tra i calciatori, e' uno dei quattro legamenti principali del ginocchio. E' definito cosi' per la sua struttura che si incrocia, insieme al legamento posteriore, al centro dell'articolazione. A livello nazionale sono 40mila le operazioni l'anno di ricostruzione del crociato ma i numeri sono in crescita perche' il livello agonistico, anche tra i giovanissimi, si e' elevato. Il San Carlo di Nancy a Roma si pone come centro di riferimento specializzato per questo tipo di interventi, definito 'ad alto volume' visto che si eseguono circa 300 ricostruzioni di Lca l'anno. Per capire meglio di cosa si tratta, quali sono i sintomi post rottura e le nuove tecniche chirurgiche, l'agenzia di stampa Dire ha intervistato via skype il responsabile di Ortopedia del nosocomio capitolino, il dottor Mario Tartarone.
- Si sente spesso parlare di legamento del crociato anteriore e soprattutto delle rotture che questa struttura subisce, dovute spesso a traumi da sport. Quanto e' importante l'LCA per la stabilita' del ginocchio? E come riconoscere se ci siamo infortunati? "La stabilita' del ginocchio e' garantita da strutture che reagiscono in maniera attiva, parliamo della muscolatura in particolar modo del quadricipite, e poi ci sono strutture 'passive' che garantiscono la stabilita' e tra queste il crociato anteriore e' la piu' importante. In generale, insieme al crociato anteriore, quello posteriore e i menischi svolgono una funzione di stabilizzazione del ginocchio oltre i collaterali. L'LCA ha la funzione di limitare l'iperestensione della tibia sul femore e di limitare la rotazione interna della tibia, sempre sul femore.
Tutti i traumi che agiscono su questi due vettori di forza o traumi in iperestensione o in rotazione del ginocchio e con il piede bloccato, possono determinare una sua lesione. Il primo sintomo e' il dolore, il paziente o lo sportivo avverte infatti un dolore molto forte perche' e' una strutture innervata e poi si nota un gonfiore. E' chiaro che una valutazione clinica nell'immediato fornita da un ortopedico, esperto di traumatologia dello sport, e' in grado di identificare una lesione di questo tipo che va confermata con risonanza magnetica. Nella maggior parte dei casi l'LCA non e' una lesione isolata ma si associa ad una lesione del menisco o ai collaterali".
- Sappiamo che la chirurgia ha compiuto passi da gigante. Quali sono allora le ultime frontiere nel campo della mini chirurgia ricostruttiva, visto anche che il San Carlo e' dotato di macchinari di ultima generazione che assistono il chirurgo in sala operatoria? "Sicuramente oggi la ricostruzione del crociato ha fatto passi da gigante, infatti nell'ambito della chirurgia ortopedica ha la piu' alta percentuale di successi, parliamo infatti di un 86%.
Significa che 9 atleti su 10, sottoposti a questo tipo di intervento, riescono a ritornare a un livello di sport uguale a quello che svolgevano prima dell'incidente. Oggi c'e' una individualizzazione del tipo di intervento che va fatto a seconda dello sport svolto. Siamo in grado di utilizzare diversi innesti per sostituire il crociato a seconda delle richieste funzionali del ginocchio del paziente. Si va verso una chirurgia sport-specifica. Sempre nell'ambito delle tecniche che oggi possiamo adottare, in artroscopia riusciamo a eseguire una ricostruzione anatomica e cioe' riposizioniamo esattamente il crociato nel punto in cui si e' rotto. Questo garantisce il ripristino della stabilita' articolare del ginocchio e anche i tempi di recupero diventano piu' rapidi. Nel nostro centro utilizziamo gia' da qualche tempo la chirurgia robotica per la chirurgia protesica del ginocchio e a breve questa tecnologia ci potra' coadiuvare per essere piu' precisi nel collocare il crociato nella sua posizione 'nativa', cioe' dove si e' rotto".
(Mco/ Dire)