Roma, 6 ott. - "La lotta contro i virus e' la nuova frontiera della medicina". Parola di Filippo Anelli, Presidente della Federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo), che cosi' commenta l'assegnazione del Nobel per la Medicina a Harvey J. Alter, Michael Houghton e Charles Charles M. Rice, per la scoperta del virus dell'Epatite C.
"Piu' ancora dei tumori, nei confronti dei quali la prevenzione primaria e secondaria e le terapie hanno abbattuto la mortalita', sono oggi i virus il nemico piu' insidioso - continua Anelli -. La vera sfida e' quindi isolare i nuovi virus per mettere a punto vaccini e terapie. Questo Nobel a tre virologi, assegnato proprio nell'anno della pandemia di Covid-19, costituisce quindi un riconoscimento significativo dell'importanza di questa branca della scienza medica".
"Mentre contro il nuovo Coronavirus gli antivirali sin qui testati non hanno dimostrato una grande efficacia, i nuovi farmaci contro l'epatite C, in particolare quelli di seconda generazione, hanno salvato centinaia di migliaia di vite, permettendo l'eradicazione del virus dall'organismo nel 90% dei casi - aggiunge ancora -. Questo non sarebbe stato possibile senza la scoperta e l'isolamento del virus, scoperta che ha migliorato anche la sicurezza delle trasfusioni di sangue e degli emoderivati".
"Ora si apre il dilemma etico del costo di questi nuovi farmaci, veramente rivoluzionari nella loro efficacia - prosegue Anelli -. La Fnomceo si e' spesa, gia' dal 2016, con una mozione del Consiglio Nazionale approvata a Bari da tutti i presidenti degli Ordini italiani, perche' il prezzo fosse abbattuto e fosse estesa la platea degli aventi diritto alla somministrazione, cosa poi avvenuta".
"Cosi' come i tumori sono diversi l'uno dall'altro per tipologia e aggressivita', anche i virus differiscono ovviamente per struttura, contagiosita', virulenza, via di trasmissione, meccanismo di infezione delle cellule, e quindi diverse devono essere anche le strategie per combatterli - conclude Anelli -.
Per il nuovo Coronavirus si sta puntando, piu' che sugli antivirali, sul vaccino e sugli anticorpi monoclonali. Il Premio Nobel di oggi ai "cacciatori di virus" e' quindi anche un segnale di speranza, perche' la ricerca ci metta presto a disposizione strumenti di prevenzione e di cura efficaci per la Covid-19".
(Red)