Roma, 4 nov. - Tutelare il patrimonio professionale medico e concludere immediatamente le trattative per il rinnovo contrattuale. Sono queste le priorita', soprattutto alla luce dei nuovi sviluppi dell'emergenza sanitaria in corso, sulle quali "urge rimettersi all'opera" per ANMIRS, l'Associazione Nazionale dei Medici Dipendenti degli Ospedali Religiosi, nonche' il Sindacato maggiormente rappresentativo a livello nazionale dei Medici dipendenti degli Ospedali Religiosi.
L'appello viene a gran voce direttamente dal segretario nazionale ANMIRS, Donato Menichella, rieletto in occasione dell'annuale Congresso Nazionale appena conclusosi. "Sara' assolutamente necessario salvaguardare un patrimonio nazionale nell'ambito della Sanita' che e' rappresentato dall'Ospedalita' Religiosa, che da sempre opera al fianco di quella Pubblica e che insieme ad essa rappresenta la spina dorsale del Sistema Sanitario Nazionale- ha sottolineato Menichella al termine dei lavori, ricordando gli obiettivi prioritari per il prossimo biennio del suo mandato- Tutelare e proteggere in via prioritaria il patrimonio professionale rappresentato dai Dirigenti Medici e quindi metterli nelle condizioni di poter svolgere il loro compito con serenita' e con successo".
Per far si' che cio' avvenga e che "si interrompa la fuga in massa verso le Strutture Pubbliche, e' ora altrettanto essenziale che le trattative per il rinnovo contrattuale con l'ARIS (recentemente riavviate) si concludano al piu' presto perche'", come ha sottolineato la mozione approvata dal Congresso Nazionale, "in questo momento particolarmente complesso per la categoria chiamata a profondere il massimo sforzo per fronteggiare la pandemia in atto, l'unico contratto collettivo nazionale del personale sanitario, pubblico e non, a non essere ancora stato rinnovato e' proprio quello ARIS-ANMIRS".
Se la categoria dei medici "e' senza dubbio tra le piu' stremate a causa dell'emergenza sanitaria in atto, quella dei medici dipendenti degli ospedali religiosi e' una categoria la cui posizione e' ancora piu' aggravata da una situazione ormai critica da tempo che li vede da un lato continuare senza sosta, con coraggio e spirito di sacrificio, a spendersi nella propria professione; ma dall'altro a fare i conti con condizioni lavorative spesso incerte e svalutate, soprattutto se rapportate a quelle di altri settori".
Non a caso, infatti, quella della fuga verso le strutture pubbliche e' di fatto una realta' "che si puo' scongiurare solo se il contratto collettivo sara' rinnovato al piu' presto e solo qualora lo stesso, come richiesto dal Congresso, ottenga la parificazione sostanziale al trattamento economico gia' accordato alla Dirigenza Medica del settore Pubblico". Perche' questo avvenga, ha chiosato Menichella, "sara' necessaria, oltre alla buona volonta' di tutte le parti negoziali, anche la collaborazione delle Istituzioni che dovranno necessariamente fare la loro parte per rendere possibile tutto cio'".
(Comunicati)