(DIRE) Roma, 28 mag. - Durante la fase 2 la parola chiave e' monitorare e testare la popolazione. Per osservare lo stato di salute dei pazienti che hanno contratto l'infezione e' nato, presso il Policlinico Gemelli di Roma, un Day Hospital Post Covid. Per capire meglio di cosa si tratta l'agenzia di stampa Dire ha intervistato uno dei direttori il professor Francesco Landi associato di Medicina Interna e Geriatria all'Universita' Cattolica e direttore dell'Unita' Operativa Complessa di Riabilitazione e Medicina Fisica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.
- Un Day hospital post Covid per capire gli effetti del virus soprattutto sui pazienti fragili. Come funziona e quali sono i dati che avete raccolto fino ad ora? "Il Day hospital post Covid e' dedicato, come si puo' intuire, ai pazienti che sono stati purtroppo colpiti dal virus. Il progetto e' nato perche' abbiamo subito compreso, durante la fase acuta dell'emergenza ma anche da quello che e' emerso dalla letteratura che il virus colpisce primariamente l'apparato respiratorio ma anche altri organi. La situazione infiammatoria generalizzata che si origina con l'infezione non risparmia nemmeno l'occhio e la mucosa olfattiva. Sappiamo bene infatti che due sintomi tipici sono la perdita della capacita' del gusto e dell'olfatto. Ad oggi all'interno del Day Hospital abbiamo rivalutato piu' di 100 pazienti dimessi in particolar modo dal policlinico Gemelli ma anche alcuni familiari magari ricoverati in altri ospedali. In ogni caso il nostro percorso e' aperto a tutte le persone, in particolare di Roma e della Regione e Lazio".
- Abbiamo appena detto come il Covid-19 comprometta non solo le funzionalita' respiratorie ma aggredisca tutto l'organismo. Una volta guariti il recupero e' totale e in ogni caso e' necessario/consigliato fare riabilitazione cardiologica o respiratoria? "Questo e' proprio l'aspetto che stiamo valutando. Certamente stiamo effettuando un follow up che avviene all'incirca a distanza di un mese dalla dimissione del paziente affetto da Covid. E' chiaro che stiamo studiando gli effetti del virus nel tempo. Per questo prevediamo, all'interno di questo percorso, di eseguire una tac al torace a distanza di un mese e mezzo dall'evento acuto ma anche da ripetere a distanza di sei mesi.
Dobbiamo capire cosa accade per questo il paziente e' sottoposto a diversi consulti con specialisti quali l'infettivologo, lo pneumologo, l'internista, il geriatra, il reumatologo, l'oculista, l'otorino, lo psichiatra e il neurologo. Una lista davvero lunga ma questi controlli consentono di avere una visione omnicomprensiva dello stato di salute del soggetto. Cominciamo a dare pero' qualche buona notizia e cioe' la maggior parte dei pazienti che noi stiamo screenando sono guariti, stanno bene.
Certamente questa malattia non e' una influenza che si esaurisce in una settimana molti pazienti accusano ancora un senso di fatica fisica ma quello che noi osserviamo e' anche una fatica psicologica importante. Tutte queste cose le andremo a studiare e ci auguriamo che questa sintomatologia rappresentata vada a regredire".
- La sua UOC come si e' riorganizzata per tornare a regime? Ed inoltre avete attivato servizi, durante il lockdown ma anche in questa fase due di teleriabilitazione per dare continuita' al servizio e limitare gli accessi verso l'ospedale? "Questo e' un aspetto della teleassistenza molto importante. Qui al Gemelli abbiamo anche pazienti che a distanza di 6 o 8 settimane sono ancora positivi dopo il tampone. Questo anche dopo due tamponi negativi, che per l'Oms significa essere negativi, qualche paziente ritorna al controllo e risulta nuovamente positivo al terzo tampone. Questo non significa che si e' ammalato nuovamente ma evidentemente, in qualche modo, c'e' ancora un residuo del virus. Non sappiamo perche' cio' accade ma questi pazienti, cosi' come i loro familiari, vanno salvaguardati. Ecco perche' abbiamo attivato in questo periodo il teleconsulto e stiamo cercando di implementarlo sempre di piu'. Stiamo usando molto collegamenti skype anche per i nostri pazienti anziani che solitamente svolgevano riabilitazione nella struttura ma chiaramente durante il lockdown sono stati fermi a casa. Per questi pazienti e' importante aver avuto e continuare a ricevere dei tutorial per ricominciare una serie di attivita' fisiche. Con il nostro progetto 'Sprint' in particolare abbiamo pensato una serie di tutorial, pubblicati sui social in particolare facebook, per proporre esercizi fisici. La risposta e' stata positiva e anzi se tardavamo nella pubblicazione siamo stati anche sollecitati a farlo. Inoltre con la riapertura di lunedi' delle palestre, come previsto dal decreto, anche noi potremo riaprire la nostra palestra Sprint. Avremo ospiti i primi 5 anziani che potranno partecipare e che so gia' esser pronti ai blocchi di partenza. Chiaramente verranno rispettate le regole del distanziamento e dell'igiene delle mani".
(Mco/ Dire)