Roma, 22 mag. - "In merito alle tariffe applicate dai laboratori abilitati a effettuare il prelievo venoso per le indagini sierologiche Covid-19 invitiamo i cittadini a rivolgersi all'Ordine dei Medici e a Cittadinanzattiva per segnalare disfunzioni o speculazioni che sara' nostro preciso dovere riportare alla Regione Lazio". Cosi' Antonio Magi e Pier Luigi Bartoletti, presidente e vicepresidente dei camici bianchi della Capitale.
All'Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chiurghi e degli Odontoiatri (OMCeO) giungono, infatti, molte richieste d'informazioni circa l'effettiva utilita' e il costo delle indagini sierologiche per il Coronavirus. Tale esame diagnostico, se al fuori di campagne di valutazione di sieroprevalenza di sanita' pubblica, e' fuori dai Lea, ovvero a pagamento diretto dei cittadini dietro presentazione di prescrizione medica, con indicazione diagnostica da parte del medico prescrittore. Ma a cosa serve l'indagine sierologica? Quanto costa? Cosa fare se si e' positivi? L'indagine sierologica serve a valutare l'eventuale comparsa di anticorpi (igG o/eIGM) nel sangue venoso, da prelievo capillare o da prelievo su vena del braccio. L'eventuale comparsa (positivita') non significa malattia ne' contagiosita' ma serve a evidenziare un contatto con l'agente virale (SARS2-Covid19) che ha dato origine ad una risposta immunitaria recente (IGM) o meno recente (IgG); qualora ci sia positivita', ovvero rilevazione di anticorpi, e' necessario fare subito un tampone oro-rino-faringeo. Tale tampone non serve per lo screening ma per diagnosi di malattia o valutazione di contagiosita'; ad oggi non e' erogabile da strutture private ma solo da quelle pubbliche, non e' oggetto di pagamento ed e' esente dal ticket; se serve, viene prescritto dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta. La Regione Lazio ha organizzato un efficiente sistema attraverso cui e' possibile fare il tampone in pochissimo tempo (drive-through).
Tra i due anticorpi, IgM ed IgG si e' rilevato come sia piu' importante testare la presenza di IgG mentre le IgM non sono rilevanti. Il costo dell'indagine e' calmierato da provvedimento regionale; la tariffa indicata e' di euro 15,23. Molte richieste dei cittadini riguardano proprio il costo di tale esame che dalle loro testimonianze dirette e' ampiamente diversificato da laboratorio a laboratorio. A Civitavecchia e in una struttura di Roma il costo e' di 20 euro, in altre si arriva fino a 80 euro.
"Su questo va fatta chiarezza- precisano Magi e Bartoletti- c'e' chi si giustifica affermando che e' stato fatto anche l'esame per le IgM e quindi con un costo maggiore, altri sostenendo che il tariffario regionale riguarda gli ospedali: quest'ultima giustificazione non e' plausibile poiche' l'esame non rientra tra quelli rimborsati dal Servizio sanitario Regionale (Ssr), pertanto non puo' riguardare le strutture pubbliche ma soltanto le strutture inserite e autorizzate nell'elenco regionale che si presume abbiano aderito alla tariffa 'sociale' proposta dalla Regione, proprio per evitare una deriva commerciale su una patologia cosi' grave".
Pertanto L'Ordine di Roma invita anche la Regione a verificare l'aderenza delle strutture in elenco alle tariffe proposte e a rispettare tali tariffe, contestualmente i cittadini a non far diventare 'moda dell'estate' l'esibizione del referto degli anticorpi come fosse un gadget. E' un esame del sangue e va fatto a chi serve e se serve. Ha implicazioni non indifferenti in caso di positivita'. "Nella Fase 2- concludono i due rappresentanti dell'OMCeO capitolino- si rielaborino anche i rapporti con i cittadini: il sistema sanitario pubblico va rilanciato nel rispetto delle regole, dei ruoli e delle competenze, con una forte spinta all'innovazione e alla meritocrazia e alla valutazione dell'efficienza del servizio al cittadino".
(leggi il comunicato ufficiale)
(Comunicati)