Roma, 7 mag. - "Il rapporto Istat sull'occupazione nella sanita' pubblica, diffuso oggi, fotografa una situazione di precariato e di invecchiamento del personale del nostro Servizio sanitario nazionale, frutto di anni di politiche di tagli e di contenimento. Ora e' il momento della svolta: sosteniamo le politiche di investimento sul capitale umano del nostro SSN gia' avviate dal Ministro della Salute, Roberto Speranza, politiche che diventano di cruciale importanza per affrontare in serenita', e senza rischio di bruschi passi indietro, la Fase 2 dell'epidemia di Covid-19 nel nostro paese". Cosi' commenta il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO), Filippo Anelli, riferendosi al report pubblicato dall'Istituto nazionale di statistica.
"Al 31 dicembre 2018, risultano occupati nella sanita' pubblica circa 692 mila dipendenti, di cui 650 mila a tempo indeterminato, ossia circa un quinto del personale stabilmente assunto nella pubblica amministrazione - rileva l'Istat -. Dal 2009 si e' registrata una progressiva riduzione degli occupati a tempo indeterminato per effetto delle politiche di contenimento della spesa per il personale nel settore pubblico e, soprattutto, dell'applicazione in alcune regioni dei piani di rientro. Tale riduzione e' stata solo parzialmente compensata dall'innalzamento dei requisiti per l'accesso alla pensione - che, trattenendo i lavoratori piu' anziani, ha velocizzato il processo di invecchiamento del personale - e dalla crescita del ricorso al lavoro flessibile (a tempo determinato e in somministrazione)". I medici e i sanitari che hanno un posto stabile sono sempre piu' anziani, dunque, mentre i giovani devono accontentarsi di lavori precari.Nessuna sorpresa per la FNOMCeO, che gia' da tempo denuncia la situazione.
"La fotografia dell'Istat e' stata scattata al 31 dicembre del 2018 - spiega Anelli -. Proprio a ridosso di quella data, come FNOMCeO avevamo presentato al Governo dell'epoca una cambiale da un miliardo di euro, pari alla mancanza di investimenti dovuti al blocco del turnover. Ora e' il momento di riscuotere quella cambiale. Poco prima, avevamo messo in campo una campagna di comunicazione per denunciare l'invecchiamento dei nostri medici, che vedeva su manifesti spiccare figure di centenari in camice bianco".
"Adesso e' il tempo giusto per cambiare - continua -.
L'epidemia di Covid-19 ha messo impietosamente allo scoperto i limiti del nostro Servizio Sanitario nazionale. Ma, allo stesso modo, ne ha messo in risalto le risorse. E, tra queste, la piu' importante sono i nostri medici, i nostri infermieri, i nostri professionisti, che non hanno esitato un momento a fare tutto il possibile, in condizioni non facili e sino all'estremo sacrificio, per fronteggiare il virus".
Che fare dunque? È una vera e propria "chiamata all'azione quella che Anelli vuole lanciare. "Dobbiamo lavorare tutti insieme, i medici, i professionisti, le istituzioni, il Governo, gli stakeholder, a un grande progetto di rilancio del nostro Servizio sanitario nazionale - esorta -. Occorrono assunzioni negli ospedali, certo, per coprire le aumentate esigenze di questo periodo, il maggior numero di posti letto e nelle terapie intensive. Ma occorre anche, e in questa fase forse soprattutto, potenziare l'assistenza sul territorio, anche per sollevare gli ospedali dall'assistenza ai malati Covid, perche' possano tornare a dedicarsi a pieno regime alle acuzie dovute ad altre patologie".
"Medici di Medicina Generale, infermieri vanno coinvolti a pieno titolo non solo nelle Usca, le unita' speciali di continuita' assistenziale per il Covid - illustra -. È necessario creare in pianta stabile delle mini equipe sul territorio, che possano gestire in maniera continua e completa non solo il decorso della malattia da Coronavirus ma le patologie croniche, che sono la vera criticita', oggi, dei nostri servizi sanitari. Occorre dunque arruolare medici, infermieri e accanto a loro, personale di segreteria, per un lavoro sinergico che prenda in carico con piena efficacia ed efficienza gli assistiti".
"È importante, soprattutto, investire sui giovani, che del nostro Servizio Sanitario Nazionale costituiscono il futuro - conclude -. Lanciamo un appello al Ministro Roberto Speranza e al Ministro dell'Universita' Gaetano Manfredi perche' aumentino ulteriormente le borse, sia per le scuole di specializzazione, sia per la Medicina Generale. Cinquemila borse in piu' possono, con un ottimale rapporto tra investimenti e benefici attesi, garantire al nostro Servizio sanitario nazionale un'efficienza e una modernita' lo mantengano tra i migliori del mondo".
(Red)