Roma, 17 lug. - Riconoscimento di tutte le figure professionali coinvolte nel processo di fecondazione assistita; donazione degli embrioni inutilizzati sia ad altre coppie che alla ricerca scientifica. E piu' generale, estensione delle tutele e garanzie di chi intraprende un percorso di PMA, allo scopo di restituire centralita' alla salute riproduttiva, dando ampio spazio alla informazione, prevenzione e preservazione della fertilita', con particolare riguardo all'impatto dell'inquinamento ambientale. E in piu', prevedere fondi adeguati per tutti gli enti istituzionali coinvolti. Sono questi i punti centrali della Proposta di Legge scritta, per la prima volta, dagli stessi operatori della riproduzione, con l'intento di abrogare la disciplina vigente in materia di riproduzione medicalmente assistita (legge 40/2004) e formulare una nuova normativa in aderenza sia alle pronunce della Corte costituzionale italiana, sia ai cambiamenti necessari sollecitati dalla societa' e dalla comunita' scientifica.
Il testo di legge e' stato illustrato dalla Societa' italiana della Riproduzione Umana - inclusa nell'Elenco delle Societa' scientifiche del Ministero della Salute - a tutti gli operatori sanitari coinvolti nella tutela della salute riproduttiva e della riproduzione medicalmente assistita, nonche' alle organizzazioni civiche, alle associazioni di pazienti, alle forze politiche rappresentate in Parlamento e alle Istituzioni sanitarie.
La Siru nasce tre anni fa proprio con l'obiettivo di rinnovare l'ambito della PMA in Italia. In nome del pluralismo democratico, ha tre presidenti rappresentativi di ogni area di intervento delle procedure di PMA, ossia ginecologi, andrologi e biologi, e vede tra le sue fila ostetriche, psicologi, genetisti, medici legali e diverse figure a vario titolo partecipi. "Dopo quasi vent'anni dall'approvazione della legge n. 40/2004- afferma il dott. Antonino Guglielmino, presidente ginecologo della Siru- risulta evidente come vi siano carenze e criticita' nell'impianto normativo attuale. In un momento in cui il diritto alla salute dei cittadini e' ritornato a essere una priorita', assieme alla centralita' del Servizio sanitario nazionale, e' urgente intervenire".
Nella Proposta e' inserito anche il riconoscimento di tutte le principali figure professionali necessarie alle presa in carico, tra cui gli embriologi, gli andrologi e gli psicologi. "E' paradossale che la legge 40/2004 e le normative successive abbiano dimenticato il ruolo fondamentale degli embriologi- ricorda la dott.ssa Paola Vigano', Presidente biologa della Siru- e tuttora non esista un percorso formativo specifico, considerando le grandi responsabilita' e la necessaria competenza indispensabile".
"Oggi piu' che mai e' necessario porre al centro la persona- sia la donna che l'uomo- con tutte le complessita' psico-fisiche ed intervenire sulle cause che provocano una riduzione della capacita' riproduttiva legate, oltre che alle tradizionali patologie maschili e femminili che determinano infertilita', anche all'inquinamento ambientale, agli stili di vita, al modello di sviluppo, tutti fattori che incidono sulla natalita' nel nostro Paese", ribadisce il dott. Luigi Montano, Presidente andrologo della Siru.
Al riguardo e' necessario avviare percorsi di prevenzione per poter intercettare i problemi e coinvolgere tutte le strutture territoriali. "L'obiettivo del ciclo di webinar e' quello di illustrare, approfondire e discutere le scelte effettuate nella Proposta di Legge e raccogliere ulteriori indicazioni sotto il profilo scientifico, giuridico e bioetico e quindi alla luce delle pronunce della Corte costituzionale, dell'esperienza maturata dagli operatori sanitari in questi anni di vigenza della legge 40/2004, della buona pratica clinica e assistenziale e infine, della fattibilita' dell'iter legislativo- pone in evidenza l'avv. Maria Paola Costantini, coordinatrice dell'Osservatorio giuridico della Siru- La Corte costituzionale in piu' occasioni ha richiamato il ruolo fondamentale del Parlamento in un ambito che riveste una importanza cruciale nella vita dei cittadini, coinvolgendo i loro diritti fondamentali, e su cui occorre raccogliere il punto di vista degli operatori".
(Comunicati)