Roma, 2 lug. - "La Regione Lazio autorizzi i pediatri di famiglia a prescrivere il tampone naso-faringeo per la ricerca dell'Rna virale nei bimbi. Il protocollo regionale approvato a giugno scorso, che ha dato seguito alla telesorveglianza, alla televisita e al telemonitoraggio pediatrico, non e' sufficiente: non possiamo permetterci di limitarci alla visita da remoto e di inviare tutti i bimbi, la cui condizione di salute peggiora, in ospedale tramite il 118. Quando a settembre si tornera' sui banchi e inizieranno le forme febbrili simil-influenzali, si dovra' considerare ogni piccolo affetto come sospetto Coronavirus: il protocollo regionale non ci permette di garantire la salute dei nostri assistiti ed e' impensabile spedire tutti al pronto soccorso creando il panico nei vari Dea di primo e secondo livello se non la malaugurata esplosione della pandemia. Per scongiurare questo pessimo scenario abbiamo bisogno di prescrivere il tampone per garantire al massimo la salute, nonche' dare la certezza alle scuole che a frequentare ci sono bambini a cui e' stato esclusa con il tampone la positivita' al Covid-19. Come previsto dal Decreto della presidenza del Consiglio del 9 marzo, anche nella nostra Regione e' tempo di istituire le Usca (Unita' speciali di continuita' assistenziali) come previste a livello nazionale. Nel Lazio sono nate le Uscar che nulla hanno a che vedere con le unita' speciali del decreto presidenziale: contemplano visite domiciliari solo in casi eccezionali e impiegano soltanto 400 risorse, tra medici e infermieri, degli 800 che hanno dato adesione, peraltro remunerati dal Governo e non dalla Regione". Cosi' in un comunicato i medici della Confederazione italiana pediatri (Cipe) del Lazio.
"Le Usca nazionali sono fondamentali per effettuare le visite domiciliari nei casi sospetti e su richiesta dei medici e pediatri di base in raccordo con il Servizio di igiene e profilassi delle Asl. Da mesi aspettiamo queste unita' speciali: noi pediatri intanto restiamo isolati da marzo nei nostri studi senza la possibilita' di visitare i bimbi malati per mancanza di dispositivi di sicurezza; nel frattempo, sono stati istituiti sia la figura del 'referente Covid', del tutto aleatoria, che del comitato distrettuale, con un numero esagerato di figure professionali, di cui ancora si ignorano i compiti. Non possiamo rimanere con le mani in mano e aspettare che la situazione collassi in autunno. La tutela della salute dei bambini, nonche' di tutti coloro che vi entrano a contatto, non possono attendere ancora una strategia efficace: e' quanto mai necessario e urgente un piano che preveda la possibilita' di farci prescrivere i tamponi e quindi di poter isolare i positivi per non passare dai cluster delle rsa a quelli dei pronto soccorso. L'attivazione delle Usca per il controllo a domicilio resta fondamentale in caso di positivita' al Covid mentre, con il tampone risultato negativo e sempre con le dovute precauzioni, potremo tornare a visitare noi i nostri pazienti a studio per garantire massima assistenza attraverso accertamenti diretti, senza mettere a rischio la nostra salute ne' quella dei nostri dipendenti ed evitando cosi' la chiusura dello studio per quarantena", concludono.
(Comunicati)