Roma, 22 giu. - La pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto molto forte sulla quotidianita' di ogni singolo individuo e nucleo famigliare stravolgendo tempi, abitudini, progetti. Questo processo di cambiamento ha influito e influisce tuttora, in maniera ancora piu' rilevante, sulle famiglie che hanno bambini e ragazzi che convivono con patologie complesse e disabilita'. A loro si rivolge il progetto 'Contactless: nessun luogo e' lontano', un programma di assistenza a distanza ideato dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma che si sviluppa su piu' livelli: monitoraggio a distanza con metodiche di intervento come le videoconferenze strutturate; formazione attraverso appositi tutorial e occasioni di approfondimento a livello digitale; supporto psicologico per il bambino/ragazzo e il nucleo famigliare; raccolta dati per la ricerca clinica.
"Molti bambini e ragazzi con patologie complesse necessitano di visite ad intervalli regolari per monitorare la progressione della malattia ed eventualmente introdurre azioni correttive riabilitative o terapeutiche- dichiara il professore Eugenio Mercuri, direttore del Dipartimento della Salute della Donna, del Bambino e di Sanita' Pubblica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs- Il progetto 'Contactless' ci permette di stare al loro fianco anche a distanza nel percorso riabilitativo e di valorizzare l'approccio multidisciplinare in remoto grazie ad un piano assistenziale condiviso".
Il percorso permettera' a migliaia di persone di migliorare la propria qualita' di vita e di creare un modello le cui buone pratiche possono superare il contesto di emergenza e diventare uno strumento continuativo di supervisione e training a distanza.
"Questo servizio di tecno-assistenza e' un esempio concreto del modello di assistenza del Gemelli di presa in carico globale del paziente e del suo nucleo famigliare- considera Marco Elefanti, direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs- Ancora piu' importante quando i pazienti sono bambini e ragazzi con patologie complesse, in particolare in situazioni di emergenza come quella che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo. Le misure assunte per tutelare i pazienti durante la pandemia hanno determinato la modifica degli accessi ospedalieri ed e' per questo che l'area pediatrica della Fondazione ha realizzato un servizio di assistenza continuativa in remoto. Peraltro circa il 30% dei nostri pazienti proviene da fuori Regione. Grazie anche a questo modello pilota di assistenza a distanza possiamo garantire continuita' assistenziale ai malati ad elevata complessita' di cura che provengono da fuori Roma e Lazio".
(Comunicati)