(DIRE) Roma, 19 giu. - Gli ambulatori e gli ospedali riprendono gradatamente la loro attivita' ma la televisita rimane l'opzione migliore, quando e' possibile, per i pazienti cronici, anziani e con comorbilita'. La Asl Roma2 ha attivato infatti un sistema di gestione delle visite diabetologiche e non solo, rivolta ai pazienti inseriti nei PDTA Diabete. A spiegare come funziona una televisita e quanto e' importante mantenere questa modalita' anche nel futuro post Covid e' Rocco Bulzomi', Coordinatore aziendale di diabetologia Asl Roma 2.
- La pandemia ha rivoluzionato inevitabilmente il modo di erogare le prestazioni sanitarie e la telemedicina ha subito un'accelerata. E' in corso presso la Asl Roma2 un servizio di teleconsulto pensato per il paziente diabetico e con cronicita'. Quali sono le prestazioni sanitarie erogate e come e' strutturata la visita? "Attraverso la piattaforma Adilife ci consente di attivare una videovisita che e' oggi l'arma vincente per continuare a gestire questa fase della pandemia. Noi siamo li' con il paziente e possiamo erogare molti tipi di consulenza come quella diabetologica, nutrizionale, psicologica, podologica e con il case manager quella di 'educazione terapeutica strutturata individuale' con una spiccata attenzione agli stili di vita che il soggetto deve adottare. Il paziente riceve precedentemente tramite posta elettronica un link che gli consente con un solo click di collegarsi da computer fisso, portatile, telefonino, all'orario stabilito con l'esperto. Cio' gli consente di entrare nello studio virtuale del diabetologo. Se la stanza virtuale e' occupata da un altro paziente viene automaticamente posizionato nella sala d'attesa virtuale. Durante la videovisita il medico e il paziente possono reciprocamente condividere la documentazione sanitaria di qualunque tipo e formato, in modalita' protetta e sicura con le norme ed il trattamento dei dati sensibili, con possibilita' di memorizzare e archiviare".
- I pazienti sono recettivi oppure, penso a quelli piu' anziani, riscontrano difficolta' a collegarsi e a fornirvi i referti? "Il periodo recente del lockdown ha fatto si che anche le persone meno giovani, con la scusa di potersi collegare con i figli e i nipotini, si siano dotati di webcam e incredibilmente quando abbiamo proposto questa modalita' di visita nel mese di maggio si sono mostrati recettivi, anzi entusiasti. La modalita' di accesso ripeto e' molto semplice e alla portata di tutti ed e' per questo che abbiamo avuto un ottimo riscontro".
- Lei crede che post Covid servizi come questo, dedicati in particolar modo a pazienti cronici e con comorbilita', verranno implementati e finanziati? "Sicuramente si. La nostra azienda e' gia' orientata in questo senso e si e' dotata di questa piattaforma. Il futuro e' questo a qualunque livello. E' un linguaggio che deve essere corale e bisogna fare un gioco di squadra. Noi abbiamo una direzione generale orientata alla duttilita' di questo cambiamento e in questo siamo supportati dalla UOC del Governo liste d'attesa perche' non bisogna dimenticare che questa modalita' e' altamente fruibile e alleggerisce la presenza fisica dei pazienti in ospedale. Inoltre siamo coadiuvati dall'Uoc Analisi organizzativa e dal supporto informatico che ci sostiene in questa nuova modalita' di lavoro. Siamo gia' in fase di implementazione e questo sara' il futuro anche se torneremo ad avere dei contatti fisici. Questa modalita' permettera' anche di vedere fisicamente il paziente anziano e di collegarci con la figlia che a questo punto non dovra' abbandonare il posto di lavoro per poter partecipare al controllo medico del genitore o vive in un'altra citta'. Potremmo fare una sorta di conferenza e far partecipare anche il familiare che sara' virtualmente presente nella visita".
(Mco/ Dire)