(DIRE) Roma, 17 giu. - L'Osservatorio Epidemiologico della Difesa e' "uno strumento per monitorare e osservare lo stato di salute dei nostri militari attraverso studi epidemiologici" e "i primi casi di Covid19, tra i militari, li abbiamo visti gia' a fine febbraio, il primo risale al 26". A spiegare come lavora l'Osservatorio e l'impegno sul campo nelle diverse fasi dell'emergenza sanitaria Covid19 e' il direttore dell'Oed, colonnello Marco Lastilla, medico infettivologo, che accoglie la troupe Dire nel suo ufficio, all'interno del Policlinico militare Celio, a Roma, qui dove passano tutti i numeri e i dati sulla salute dei nostri militari, impiegati in Patria e fuori confine, nei teatri operativi.
Rilevazioni, dati, studi, verifiche, proiezioni sul benessere di soldati e soldatesse, tutto passa in queste stanze. Ed e' notizia fresca di questi giorni che la Difesa ha predisposto un protocollo di sorveglianza per tutto il proprio personale guarito dal Covid19, per studiarne eventuali conseguenze nel medio e lungo periodo. Un programma nato proprio qui, che sembra rispondere con tempismo ai titoli che si rincorrono sulle conseguenze che il virus lascerebbe nel corpo di chi e' clinicamente guarito. Il protocollo "e' un progetto di sorveglianza epidemiologica- chiarisce il direttore- e la finalita' e' controllare e sorvegliare la possibilita' che un soggetto affetto e guarito dal Covid19 nel tempo possa sviluppare delle sequele. E' rivolto a donne e uomini della Difesa e gli obiettivi sono due: uno studio caso-controllo relativo al singolo individuo basato su verifiche triennali con un monitoraggio diversificato", mentre il secondo e' "aprire una Fase2- annuncia Lastilla- che e' quella di uno studio di coorte su una popolazione che e' stata sottoposta a un 'insulto virale' e che nel tempo viene seguita per studiarne eventuali sviluppi di tipo epidemiologico. La Difesa si fa avanti, porta avanti un modello che potra' essere utilizzato anche in altre sedi. Chiaramente- sottolinea Lastilla- stiamo parlando di una malattia che non conosciamo ancora in maniera completa e lo studio e' aperto a nuovi sviluppi e all' introduzione di accertamenti che al momento non possiamo prevedere".
"L'andamento e la segnalazione dei casi del virus- ha spiegato il colonnello- ha seguito l'andamento sia geografico che temporale dello sviluppo della pandemia in Italia. I nostri dati si sovrappongono a quelli relativi alla popolazione civile, questo anche perche' i militari hanno supportato l'attivita' a sostegno dell'emergenza, sia in ambito sanitario che di controllo del territorio".
Un impegno quello messo in campo dalla Difesa che e' andato dal rimpatrio dei connazionali, all'impiego del personale sanitario. "Sin dall'inizio- dichiara Lastilla- il ministro Guerini ha attivato tutta la Difesa che ha contribuito in questa emergenza con strutture sanitarie ad hoc, con il rimpatrio dei connazionali da Cina e Giappone, con le strutture sanitarie per l'isolamento di queste persone, con gli ospedali militari e con il nostro personale sanitario".
Quanto alle donne e a una presunta diversa risposta di genere rispetto al virus chiarisce il direttore dell'Oed che "per quanto riguarda la popolazione militare il numero di donne e uomini e' diverso, e se proporzioniamo i casi di incidenza rispetto al denominatore non troviamo differenza sostanziale. Questo significa che l'impegno delle donne e' stato similare a quello degli uomini e la fascia di popolazione operativa e' sovrapponibile, ed e' inoltre- sottolinea- quella piu' giovane".
I militari saranno invitati a partecipare a questo studio: "La comunicazione- spiega infine il colonnello Lastilla- e' stata avviata dagli organi sanitari delle quattro Forze Armate. Si accede compilando un modulo di consenso informato, quindi su base volontaria. Il dirigente sanitario dell'ente periferico andra' a compilare una scheda anche con un colloquio psicologico e una serie di accertamenti correlati con il quadro clinico del soggetto rispetto alla malattia".
(Sim/ Dire)