Roma, 20 gen. - Oggi e' possibile trattare con successo alcuni tumori grazie alle nuove tecniche di radiologia interventistica che si affiancano e non si contrappongono ai trattamenti chirurgici, chemioterapici e radioterapici. Si tratta di procedure locoregionali, mini-invasive, che consentono di distruggere i tumori mediante il solo utilizzo di aghi inseriti per via percutanea, ossia senza esposizioni chirurgiche, o mediante la somministrazione di farmaci chemioterapici o di radiazione in maniera selettiva negli organi malati, riducendo gli effetti collaterali, migliorando la qualita' di vita oltre che la sopravvivenza dei pazienti.
Alle piu' innovative tecniche e tecnologie utilizzate nell'ambito dell'interventistica oncologica e' dedicato il meeting teorico-pratico internazionale "MIO-Live 2020", Mediterranean Interventional Oncology, in svolgimento oggi lunedi' 20 e domani martedi' 21 gennaio presso il Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS (Aula Brasca, inizio lavori ore 8.30), promosso dall'Istituto di Radiologia dell'Universita' Cattolica e dall'Area Diagnostica per Immagini della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.
Il meeting MIO-Live 2020, giunto alla sua quinta edizione, sara' anche l'occasione per presentare studi clinici, relativi ai trattamenti contro i tumori epatici promossi dai ricercatori dell'Istituto di Radiologia dell'Universita' Cattolica e dai radiologi interventisti del Policlinico Gemelli. Presiedono il Congresso Cesare Colosimo, Direttore Area Diagnostica per Immagini del Gemelli, professore ordinario di Radiologia all'Universita' Cattolica, Riccardo Manfredi, Direttore Radiologia Diagnostica e Interventistica Generale del Gemelli, professore ordinario di Radiologia all'Universita' Cattolica e Roberto Iezzi, Radiologo Interventista dell'UOC di Radiologia d'Urgenza del Policlinico Gemelli, Ricercatore di Radiologia all'Universita' Cattolica. Lo studio sull'utilizzo dell'approccio transradiale per il trattamento dei tumori epatici ha mostrato, rispetto all'approccio standard transfemorale, una significativa riduzione del disagio post-procedurale per il paziente sottoposto a procedure intra-arteriose, con ridotta degenza ospedaliera e piu' rapida ripresa delle normali attivita' quotidiane.
"L'approccio transradiale- afferma Iezzi- e' preferito rispetto al transfemorale in pazienti ad alto rischio emorragico, in trattamento con farmaci anti-aggreganti che spesso non possono essere interrotti per motivi di sicurezza. Tali condizioni rappresentano controindicazioni relative all'approccio transfemorale, potendo invece essere gestite in sicurezza mediante l'approccio transradiale. Per tale motivo, previa valutazione di criteri specifici di inclusione dei pazienti, attualmente utilizziamo routinariamente anche tale nuovo approccio. Siamo inoltre in fase di definizione di uno SCORE preprocedurale che possa predire la difficolta' procedurale e quindi 'consigliare/indicare' l'approccio migliore per il paziente", conclude Iezzi. Tutto questo rientra nel progetto della medicina personalizzata che consente di scegliere il trattamento migliore per il paziente non solo in termini di efficacia ma anche e soprattutto di sicurezza, di confort procedurale e in termini di qualita' della vita. Lo studio sulla chemioembolizzazione intra-arteriosa con particelle riassorbibili, eseguito nell'ambito dell'attivita' del gruppo HepatoCatt, coordinato dal Professor Antonio Gasbarrini, Direttore Area Medicina Interna, Gastroenterologia e Oncologia Medica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, che consente di veicolare in maniera selettiva il farmaco chemioterapico direttamente all'interno del tumore riducendone la diffusione sistemica e quindi gli effetti collaterali indesiderati, riassorbendosi dopo circa 30 minuti, in assenza pertanto di devascolarizzazione parenchimale, riducendo quindi il rischio di insufficienza epatica post-procedurale anche in pazienti con patologia avanzata.
Lo studio infine sull'utilizzo combinato di termoablazione e chemioembolizzazione che offre interessanti risultati terapeutici contro i tumori epatici di grandi dimensioni non trattabili con la chirurgia, o anche in pazienti ad alto rischio emorragico, non passibili pertanto di solo trattamento ablativo.
La Radiologia Interventistica del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS rappresenta un centro di riferimento nazionale ed internazionale con piu' di 2500 procedure eseguite ogni anno, utilizzando le piu' innovative procedure e tecnologie, grazie soprattutto a una stretta collaborazione con tutti gli altri specialisti clinici. MIO-Live nasce proprio dalla stretta collaborazione con gli oncologi, diretti dal Professore Giampaolo Tortora, i radioterapisti oncologi, diretti dal Professore Vincenzo Valentini, con gli epatologi e gastroenterologi del gruppo del Professore Antonio Gasbarrini e con i chirurghi epatobiliari, dei trapianti e addominali, coordinati dal Professore Felice Giuliante e dal Professore Salvatore Agnes.
"Questa stretta collaborazione multidisciplinare- spiega Roberto Iezzi- consente di ottenere una corretta selezione dei pazienti che possono giovarsi a pieno della disponibilita' di tecnologie avanzate e dell'eccellenza delle diverse e integrate metodologie impiegate al Gemelli con i migliori risultati in termini di successo tecnico, guarigione e sopravvivenza dei pazienti".
(Comunicati)