(DIRE) Roma, 13 gen. - "Come da sette anni a questa parte, celebriamo la giornata contro il femminicidio qui all'Ordine dei medici di Roma. Purtroppo anche l'anno appena passato ha segnalato tantissime donne che sono morte per mano di un uomo: una ogni tre giorni e le violenze sessuali avvengono ogni quarto d'ora". Lo ha detto, all'agenzia Dire, la psichiatra e consigliere dell'Ordine dei medici di Roma, Rosa Maria Scalise, coordinatrice del convegno 'Contro la violenza sulle donne e contro la violenza sugli operatori sanitari', che si e' svolto sabato nella sede dell'Omceo.
"In quanto medici ci troviamo a essere i primi interlocutori, sia delle donne che subiscono violenza, sia, purtroppo, negli accertamenti di morte- ha aggiunto Scalise- Sappiamo che il problema e' grande, l'abbiamo affrontato da vari punti di vista: delle neuroscienze, di come nasce un rapporto morboso e soprattutto che tipo di relazione una donna crea con un uomo.
Sentiamo il dovere, come sempre, di occuparci di questo problema e soprattutto di fare informazione, che rappresenta la prima parte di quella che dovrebbe essere la prevenzione".
(guarda l'intervista di Scalise alla Dire)
PATRIZI: CONTRO AGGRESSIONI INDIVIDUARE SEGNALI ALLARME - "Anche quest'anno l'Ordine dei medici e' in campo contro la violenza sulle donne e contro la violenza ai medici e agli operatori sanitari. Abbiamo portato il nostro contributo nel 2019 per l'elaborazione della normativa cosiddetta "codice rosso", dove il contributo dell'Ordine si e' focalizzato sull'importanza di concordare linee guida per l'individuazione dei segnali precoci di allarme" ha detto, all'agenzia Dire, la consigliera dell'Ordine dei medici di Roma, Cristina Patrizi.
"Come medici sara' importante formarsi- ha aggiunto Patrizi- e concordare insieme alle societa' scientifiche attive sul settore dell'emergenza, una linea guida per aiutare noi operatori in frontline sul territorio a individuare quei segnali nelle famiglie e nei nuclei sociali, che ci consentono di non arrivare al femminicidio, a una situazione di violenza grave sulle donne e sugli operatori sanitari. Questo e' il nostro ruolo nel quale ci impegniamo: individuare segnali precoci di allarme".
(guarda l'intervista di Patrizi alla Dire)
(Mel/ Dire)