Roma, 7 gen. - "Con il Dca U00525 del 30 dicembre 2019, dall'1 gennaio 2020 verra' provvisoriamente riorganizzata l'assistenza domiciliare nel Lazio. Tale assistenza, da sempre ventre molle del nostro sistema sanitario, passera' da un sistema di aggiudicazione con gare al massimo ribasso a un sistema di erogazione dell'assistenza da parte di soggetti accreditati". E' quanto affermato in una nota dall'Omceo di Roma e provincia.
"Ma cosa cambiera' per il cittadino? Che potra' scegliere a chi affidarsi per assistere il proprio congiunto, mentre prima la Asl aveva un unico soggetto erogatore, quello aggiudicatario della gara pubblica- spiega il comunicato- Come scegliera' il cittadino? Da un elenco di soggetti preventivamente accreditati che devono pubblicare la propria carta dei servizi. Si passa cosi' da un sistema monocratico alla piena liberta' di scelta, per cui se l'assistenza non funziona la colpa sara' di chi ha scelto male. Per quanto tempo verra' garantita l'assistenza domiciliare? Per 9 ore al giorno nei feriali. Si paghera'? No.
Fino al 31 dicembre 2020 non ci sara' un costo aggiuntivo ma dopo tale data, per 'l'assistenza tutelare professionale alla persona' sara' introdotta la compartecipazione alla spesa (ticket). Cosa garantira' tale riorganizzazione? Entro 72 ore dalla richiesta ci dovra' essere l'attivazione del Piano Assistenziale Individuale (Pai, previsto e approvato da una Unita' valutativa multidimensionale dalla Asl (Pai). Ovvero l'attivazione dell'assistenza domiciliare. E se non si attiva, si passera' ad altro 'erogatore'. Cosa verra' fornito? Verra' fornito esclusivamente il personale sanitario non medico dell'assistenza domiciliare. Ma i medici specialisti? Visto che gli accreditati non li forniranno piu' direttamente non potranno che essere quelli della Asl, del resto, come gia' avviene attualmente, saranno quelli con un contratto specifico per questo tipo di attivita'. Questi, infatti, sono una garanzia per il cittadino poiche' sono sicuramente specialisti a differenza di quanto avveniva prima quando quelli forniti direttamente dagli accreditati non era dato sapere come erano stati preventivamente selezionati e se in possesso del titolo di specializzazione, cosa questa che non sara' piu' possibile con il nuovo Dca".
"La telemedicina? Nel programma provvisorio non c'e' traccia- spiega sempre la nota dell'Omceo Roma- Sicuramente sara' prevista, ma per ora non se ne parla. I farmaci? I presidi? Nel Dca non e' previsto che vengano forniti dalla Asl. Il medico di famiglia? Non ce ne e' traccia alcuna. Che dovra' fare? Non lo sappiamo. Immaginiamo, visti i contenuti, nulla di piu' rispetto ad oggi".
"Per adesso- afferma l'Ordine dei Medici di Roma e provincia- sospendiamo il giudizio sul nuovo Dca. Pero' a prima vista e a caldo, gia' sentir parlare di riorganizzazione provvisoria e transitoria non depone certo bene in una regione come la nostra dove da trent'anni si parla della necessita' di potenziare le cure domiciliari. Ma tant'e'. C'e' anche da dire che ci si lancia in una politica iperliberista che in sanita', normalmente, non porta molto bene in termini di costi e appropriatezza. Infatti neanche la liberista e liberale Lombardia ha scelto questa strada. Sembra piuttosto un tentativo di aumentare l'offerta al cittadino ma se, il prima possibile, non verranno introdotti dei necessari correttivi, si rischiera' di innescare, inevitabilmente, derive da libero mercato che, anche queste, verranno alla fine pagate dai soliti noti, i pazienti, i familiari e i medici curanti".
"Pensiamo- conclude l'Omceo di Roma- inoltre al fatto che ci sono alcuni indicatori della performance per valutare l'affidabilita' degli erogatori e cioe' la percentuale di accessi al Pronto soccorso sul numero di prese in carico per livello assistenziale, la percentuale di lesioni da decubito di nuova insorgenza sul numero di pazienti in carico, la percentuale di personale a tempo indeterminato. Sul terzo indicatore molto bene, nulla da dire, ma sugli altri due abbiamo qualche perplessita' e inoltre a nostro avviso non sufficienti a valutare l'attivita' svolta. Perche' non aggiungere i risultati sanitari di qualita' dell'assistenza e della speranza di vita di chi usufruisce del servizio? Altra nostra preoccupazione e' quella dei fenomeni di selezione, perche' e' vero che i pazienti scelgono, ma e' anche vero che gli erogatori potranno selezionare le persone meno 'difficili', si chiama 'cream skimming', ovvero prendersi cura di soggetti meno deboli, a rischio minore di complicanze, lasciando da soli i casi piu' complessi. In sintesi, come Ordine dei medici guardiamo con favore a una riorganizzazione delle cure domiciliari che tenda a prendersi cura delle persone piu' fragili al proprio domicilio e che esca da un sistema di gare al massimo ribasso e che si proponga come valida alternativa al ricovero in ospedale, pero' qualificando gli erogatori e garantendo le risorse umane ed economiche necessarie e quindi uno standard di assistenza e cura piu' elevato. Non troviamo in questo piano, seppur provvisorio, la risposta alle perplessita' appena espresse e che vorremmo quindi venissero maggiormente sostanziate, responsabilizzando e motivando gli operatori tutti e non scaricando solo sulle persone la responsabilita' della scelta".
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