(DIRE) Roma, 13 feb. - "L'andamento demografico per 3/4 non e' modificabile, perche' stiamo vivendo nel periodo in cui e' entrata in eta' fertile la generazione di donne nate tra il 1975 e il 1995, ventennio in cui nacquero pochi bambini rispetto agli anni precedenti. Quindi la prima causa della denatalita' oggi in Italia e' rintracciabile in meno donne che possono fare figli". Lo dice chiaramente Rino Agostiniani, vicepresidente della Societa' italiana di pediatria (Sip), che in una videointervista alla Dire ricorda: "Ogni anno a febbraio, in concomitanza della pubblicazione del rapporto sugli indicatori demografici dell'Istat, ritorna sempre il tema della denatalita' come se fosse una novita'. Siamo consapevoli che l'andamento demografico nei prossimi anni sara' questo e lo diciamo da tempo".
Al baby boom degli anni '50 e '60 e' seguito, quindi, il crollo delle nascite dal '75 al '95. "Il 1995 fu proprio l'anno in cui si registro' il minimo storico dell'indice di fecondita'- aggiunge Agostiniani- che fu piu' basso di quello attuale".
Tuttavia all'epoca "anche se si facevano meno figli c'erano piu' donne, e l'incremento delle nascite avvenne grazie a quelle non italiane giovani che, facendo piu' figli, facero risalire gli indici. Dal 2008- ricorda il vicepresidente della Sip- il numero di figli per donna e' nuovamente calato anche per le donne non italiane, riportando un ulteriore decremento che perdura tuttora e che si stabilizzera' nei prossimi anni su queste cifre. Le previsioni demografiche lo dicono gia'".
Cosa fare per rilanciare la natalita' in Italia? "Si possono mettere in atto strategie per facilitare le coppie a fare figli. Il modello francese, ad esempio, punta sugli incentivi economici- continua il direttore dell'Area di Pediatria e Neonatologia dell'Azienda Usl Toscana Centro- quello scandinavo invece ha investito sulla fornitura di servizi e assistenza. Un insieme di entrambi i modelli sarebbe l'ideale, ma la strategia seguita dai paesi scandinavi nel tempo ripaga di piu'".
Un altro problema e' l'aumento dell'eta' in cui la donna arriva al parto del primo figlio. "Mi colpisce che la fecondita' della donna e' piu' alta tra i 35 e i 39 anni, che tra i 25 e i 29 anni. È chiaro che se il primo figlio viene partorito tra 35 e 39 anni- sottolinea il neonatologo- sara' dura poi pensare al secondo". Per Agostiniani non si tratta di egoismo: "Si rimanda la decisione di diventare genitori a causa di una reale difficolta' nella programmazione di un figlio, vuoi da un punto di vista economico che di gestione familiare. I figli pesano soprattutto sulle madri". Il problema, allora, si rintraccia nella solitudine vissuta da molte coppie. "Sono cambiate le organizzazioni sociali- conclude il vicepresidente della Sip- e cio' rende difficile la possibilita' di gestire i figli e la famiglia. Invece dell'assegno di cittadinanza o di quota 100 apriamo gli asili e investiamo nei bambini, nelle famiglie e nei giovani".
(Rac/ Dire)