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Lea, Magi (Sumai): "I dati mostrano quello che diciamo da sempre, manca l'assistenza sul territorio"
Roma, 4 mar. - Lo diciamo da tempo e il nuovo modello di verifica dell'erogazione dei Lea, che dovrebbe entrare a regime nel 2020, ce ne da conferma: "il 60% delle Regioni non garantirebbe i Livelli essenziali di assistenza. Un quadro obiettivamente preoccupante". Cosi' Antonio Magi, segretario generale SUMAI Assoprof, su Qs.
Dall'anticipazione di Quotidiano Sanita' emerge un quadro che il SUMAI Assoprof denuncia da tempo ovvero che l'assistenza territoriale e la prevenzione sono carenti. E questo e' dovuto a politiche miopi che hanno penalizzato la specialistica ambulatoriale convenzionata pubblica, totalmente desertificata in gran parte a vantaggio dell'ospedale, che infatti va un po' meglio a scapito pero' del territorio che e' stato distratto di risorse umane, in particolar modo specialisti ambulatoriali convenzionati pubblici, poiche' non si sono fatti concorsi per assumere il personale che andava in quiescenza.
MANCA IL TERRITORIO Leggendo il documento emerge come Il 60% delle Regioni non garantirebbe i Livelli essenziali di assistenza, il che tradotto vuol dire che 12 Regioni su 21 sono inadempienti in termini di prestazioni. Gli otto indicatori test per l'attivita' distrettuale (tasso ospedalizzazione adulti per diabete, Bpco e scompenso cardiaco; tasso ospedalizzazione minori per asma e gastroenterite; tempi d'attesa; consumo antibiotici; pazienti trattati in Adi; percentuale re-ricoveri in psichiatria; numero decessi da tumore; anziani non autosufficienti nelle Rsa) ed i sette indicatori test per l'attivita' ospedaliera (tasso ospedalizzazione; interventi tumore maligno al seno; ricoveri a rischio inappropriatezza; proporzione colecistectomie con degenza inferiore ai 3 giorni; over 65 operati di frattura al femore entro 2 giorni; parti cesarei) ci danno tutti lo stesso risultato, ovvero: "manca il territorio".
E cosi' ci viene dimostrato che tra le regioni inadempienti, vicine alla sufficienza ci sono il Friuli Venezia Giulia (che non raggiunge la sufficienza solo sull'attivita' di prevenzione) e il Lazio (insufficiente solo nell'attivita' distrettuale). Regioni, queste, dove da tempo si e' fatta una politica ospedalocentrica dimenticandosi della specialistica territoriale. Addirittura nel Lazio non si fa un accordo Regionale per la specialistica convenzionata pubblica da ben 12 anni, l'ultimo e' del 2006.
Scendendo la graduatoria troviamo poi l'Abruzzo (appena sotto la sufficienza per l'attivita' distrettuale e ospedaliera), cui segue la Puglia (che e' appena sotto la sufficienza in tutte e tre le aree).
A seguire poi c'e' un altro sottogruppo di 3 regioni che si collocano tra il 4 e il 5 come valutazione complessiva e parliamo di Basilicata, Calabria (che nella griglia Lea 2016 era invece penultima) e Sicilia.
Infine ci sono le 5 peggiori regioni che hanno i dati piu' negativi soprattutto per l'assistenza territoriale con punteggi molto bassi: Valle d'Aosta e Pa Bolzano (sufficienti entrambe solo per l'ospedaliera), Molise e Sardegna (sufficienti solo per la prevenzione).
C'e' poi la Campania, che non riesce a conquistare la sufficienza in nessuna delle tre aree nonostante sia la regione con il maggior numero di specialisti ambulatoriali, ma in ospedale invece che nel territorio. Vado a memoria, ma non mi sembra abbia mai fatto un accordo regionale della specialistica convenzionata pubblica. E che dire della Sardegna che ha addirittura emanato un decreto regionale che vieta il turn over ma solo per gli specialisti ambulatoriali convenzionati pubblici? Questi sono i risultati.
Il nuovo sistema di valutazione fa notare come sono molte di piu' le Regioni sotto il livello minimo di erogazione. Altro fattore che emerge e' quello che vede la maggioranza di insufficienze nell'area distrettuale andando a confermare il problema cronico della carenza dell'assistenza territoriale.
È indubbio che questi risultati (che come riferisce Quotidiano Sanita' sono ancora da prendere con le molle e su cui i tecnici di Ministero e Regioni sono al lavoro) offrono un quadro disarmante rispetto alla auspicata uniformita' dei servizi erogati nelle diverse realta' territoriali. Ma cosa potrebbe accadere qualora si confermasse l'intenzione, da parte di alcune regioni, di procedere verso una maggiore autonomia regionale anche in sanita'? la domanda e' quantomeno legittima.
(Red)
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PRESIDENTE Antonio Magi |
VICE-PRESIDENTE Pier Luigi Bartoletti |
SEGRETARIO Claudio Colistra |
TESORIERE Luisa Gatta |
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CONSIGLIERI MEDICI |
Foad Aodi |
Musa Awad Hussein |
Roberto Bonfili |
Stefano Canitano |
Gianfranco Damiani |
Giuseppe Imperoli |
Luigi Tonino Marsella |
Cristina Patrizi |
Ivo Pulcini |
Rosa Maria Scalise |
Maria Grazia Tarsitano |
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COMMISSIONE ODONTOIATRI |
PRESIDENTE Brunello Pollifrone |
SEGRETARIO Sabrina Santaniello |
COMPONENTI Nicola Illuzzi |
Giuseppe Marzo |
Giovanni Migliano |
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COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI |
PRESIDENTE Alfredo Cuffari |
COMPONENTI Emanuele Bartoletti |
Maria Cristina Billi |
SUPPLENTE Antonio Manieri |
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