(DIRE) Roma, 30 mag. - Un nuovo modello di accoglienza e assistenza alle donne migranti, attraverso l'utilizzo di tablet e con il supporto dell'attivita' di mediazione culturale grazie al lavoro di 3 operatrici. È il progetto 'Ospedale amico delle donne migranti - La salute non ha etnia' realizzato in collaborazione dall'Asl Roma 1 e dalla Fondazione Tim, partito a settembre 2017 e concluso ad aprile di quest'anno. L'iniziativa ha coinvolto due consultori e i reparti e il personale di Ginecologia e Ostetricia degli ospedali San Filippo Neri e Santo Spirito.
Questa mattina, nel Salone del Commendatore del Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia, sono state ripercorse le tappe di questo progetto, raccontate dalla viva voce degli operatori e delle pazienti che hanno partecipato al lavoro. Le operatrici hanno prestato servizio a chiamata per: bangla, russo, albanese, urdu, cinese, farsi, indi, amarico, tigrino, wolof, bambara', mandinke, pular. Alla Asl Roma 1, infatti, afferisce circa il 43% della popolazione straniera presente nella Capitale, che corrisponde al 15% della popolazione residente di cui il 55,5% sono donne e il 44,6% uomini.
Per quanto riguarda l'etnia viene registrata una prevalenza di persone provenienti dall'Asia e dall'Est Europa, che vede al primo posto romeni e filippini.
"Questa e' un'azienda che nei confronti della popolazione migrante ha un'idea inclusiva- ha detto il direttore generale dell'Asl Roma 1, Angelo Tanese- Nei nostri ospedali le donne trovano personale formato e si sentono veramente accolte. Grazie alla Fondazione Tim abbiamo potuto sperimentare questo servizio attraverso il coinvolgimento dei nostri professionisti e dei mediatori. Noi dobbiamo considerare che i nostri ospedali hanno sempre di piu' donne straniere che vengono a partorire, e rispetto alle quali bisogna avere un approccio sempre piu' inclusivo. Questo progetto aumenta l'efficacia del percorso ma e' segno anche di una crescita culturale e di qualita' dei nostri ospedali".
Grande soddisfazione anche per il direttore generale della Fondazione Tim, Loredana Grimaldi: "Siamo stati con tenacia al fianco dell'Asl perche' e' un progetto vicino alle corde della Fondazione Tim che promuove le tecnologie come leve abilitanti, in questo caso alla portata delle persone con bisogni particolari, per aiutarle a sentirsi incluse nel servizio sanitario. I risultati del progetto sono incoraggianti e speriamo possa diffondersi ancora di piu'. Le tecnologie possono davvero cambiare i sistemi di relazione dentro i servizi pubblici".
(Mel/Dire)