Roma, 4 giu. - In principio furono i medici pensionati, richiamati in servizio; poi fu la volta dei neolaureati, impiegati negli ospedali al posto degli specialisti; dopo ancora, arrivarono i medici stranieri, 'importati' appositamente da altri paesi dell'Unione europea: molte e creative sono state le misure messe in atto in questi mesi dalle Regioni, per far fronte alla carenza di medici specialisti e di medicina generale. Una carenza annunciata, per prevenire la quale gia' da anni la Federazione nazionale degli Ordini Fnomceo e i Sindacati medici erano scesi in campo, ma che ora, una volta arrivata a mettere in crisi i sistemi sanitari, viene combattuta a suon di provvedimenti 'emergenziali', temporanei e non risolutivi. Adesso, per sopperire alla mancanza di specialisti, negli ospedali del Molise arriva l'Esercito: saranno infatti 105 medici della sanita' militare a mettersi a disposizione per sopperire ai 'buchi' di personale causati da ferie e pensionamenti. Una soluzione che trova una certa apertura da parte del Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, il quale mette pero' in guardia dai pericoli di soluzioni disorganiche.
"Questa misura tampone potra' avere qualche effetto positivo, a condizione che, per sostituire i colleghi, vengano chiamati colleghi della sanita' militare che siano specialisti nelle branche scoperte- afferma- La carenza di specialisti, cosi' come quella dei medici di medicina generale, non nasce ora: era prevista almeno da dieci anni. Bisogna prendere atto che il problema esiste e che la sua gestione non puo' essere lasciata in mano alle singole regioni ma va gestita a livello centrale".
"Non servono misure emergenziali locali, che finiscono per forza di cose per essere incoerenti e disorganiche- continua- Quella che occorre e' una programmazione seria ed efficace del fabbisogno di specialisti, accompagnata da un piano a carattere straordinario e 'a scadenza' che, nelle more della formazione di un numero adeguato di nuovi specialisti, permetta agli ospedali di assumere gli specializzandi dell'ultimo anno. Questo metterebbe subito a disposizione 5000 medici pronti ad essere impiegati nel Servizio sanitario nazionale e, nel contempo, consentirebbe di liberare 5000 borse per formare i colleghi gia' laureati e che non trovano posto nelle Scuole di Specializzazione".
"Sosteniamo dunque l'impegno del Ministro Grillo che, dopo aver aumentato di 1800 le borse, sta ora lavorando per aprire a questa possibilita'- conclude Anelli- Proprio oggi, a Bari, e' partita l'affissione dei manifesti della campagna Fnomceo 'Offre l'Italia', sul disagio che spinge i giovani medici a fuggire all'estero, per specializzarsi e lavorare, aggravando ulteriormente la carenza italiana. Bene, facciamo si', tutti insieme, che questo non debba mai piu' accadere: che nessun giovane medico sia piu' costretto a lasciare il paese, che nessun cittadino rimanga senza cure".
(Comunicati)